La ragazza troppo bella - parte 5
Data: 09/06/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Blacknoble, Fonte: Annunci69
... me. "Ci sono due uomini fuori la strada del palazzo dove vivo... Sono li da ieri.". "Sei sicura?" le chiesi. Mi guardò e sorrise in modo stanco. " Da piccola sono abituata a vivere sul viglio tra la vita e la morte... so prendere le mie precauzioni, è istinto.... e credimi, c'erano davvero due uomini li fuori". La crebbi. Conoscevo gente a Roma... Gente che poteva far sentire la propria voce... nella curia, polizia, politica, alla fine, la gran bellezza ti porta ovunque. Lo dissi ad Elena. "Sono tropi potenti..." continuava a ripetere. Tuttavia, insistetti costano che alla fine uscirono tre persone che potevano aiutarci. Il procuratore di Roma, un capitano dei carabinieri, ed un losco uomo d'affari siciliano che aveva interessi in tutto. Avremmo aspettato il giorno dopo per chiedere loro un appuntamento. Quelle come noi non mandano mai messaggi di sera ai loro amanti. È una regola non scritta. Elena si addormentò sul divano quella notte. La televisione rimase accesa tutta la notte. Fummo svegliate dalla luce che filtrava in stanza. Eravamo ancora in debito di sonno. Verso le dieci, riscrivendo mille volte il messaggio da mandare, contattato i tre uomini. Due di loro ci risposero immediatamente, il etero nel pomeriggio. Riuscimmo ad avere un appuntamento con tutti i e tre il giorno dopo. Questa ...
... cosa ci rassicurò alto. Decidemmo di uscire e di mangiare al ristorante. La tensione si era allentata anche se non del tutto sparita. Fui io ad accorgermi dell'uomo che ci stava seguendo. Dapprima non ci feci caso quando scendemmo e lo vidi all'angolo col cellulare in mano. Fumava una sigaretta camminando. Poi lo rividi al bar. Si era seduto dall'altra parte, il piu lontano di noi. Trafficava col cellulare in mano, gli occhi coperti da occhiali scuri. Fece parte del mio dubbio ad Elena che subito si agitò. Ci alzammo senza finire la nostra colazione ed andammo via di fretta. L'uomo deve lo stesso. Ci segui. Elena andò allora in panico. "Andiamo alla polizia" mi supplicava. Ed andammo. Una volta li, Elena coppia in un pianto che durò mezz'ora. I poliziotti si erano raggruppati attorno a noi, ognuno di loro cercando di essere piu gentile che potesse. Eravamo ragazze fuori dalla loro portata, troppo belle per loro. Le nostre borse valevano il loro stipendio. Lo sapevano, ma come ogni uomo, ci provavano quando sentivano minimamente di avere una chance. In quel momento eravamo li, da loro, in cerca di aiuto. "Sono Alberto" si presentò il comandante della polizia. Solo Alberto, non comandante. Elena si riprese e si convinse a fare una deuncia contro ignoti. Per tre ore, raccontò tutta la sua storia.