Voglia di cose porche. parte 3
Data: 14/05/2024,
Categorie:
Voyeur
Masturbazione
Prime Esperienze
Autore: goderecci, Fonte: xHamster
“Inserire il denaro o la tessera”
“Arrivederci”
Il casello dell’autostrada era varcato e ormai mancava veramente poco per raggiungere il paradiso delle cose porche. Mai una voce metallica ha suscitato più fremiti, la sensazione era di aver appena varcato fisicamente il confine che separa passione ed erotismo e perversione.
Imboccammo una strada provinciale buia, in aperta campagna, senza la benché minima illuminazione pubblica, ovunque mi girassi non vedevo altro che oscure distese di terra dove al massimo si potevano riconoscere sullo sfondo le sagome di vecchi casolari o di alberi solitari, tutto contornato da flebili ombre dettate dalla luce che la luna e le stelle possono offrire in una fresca sera di settembre.
Il cuore cominciò a battere forte, mi voltai verso di lei e colsi nel suo sguardo fisso lì fuori la stessa ansia che stavo provando io. Si accavallarono mille pensieri e mille dubbi mi assalirono ma il piede sull’accelleratore non indugiò mai, e chilometro dopo chilometro arrivammo fuori una villetta apparentemente dozzinale, come molte altre in quella zona, tant’è vero che la superammo senza nemmeno notarla. L’unico dettaglio che mi aveva insospettito era il cancello elettronico illuminatissimo e le evidenti telecamere di sorveglianza in bella vista.
Percorremmo comunque poche centinaia di metri ancora, ma il navigatore era convinto: “Hai superato la tua destinazione!”
“Deve essere quella” dissi
“Forse si” mi rispose Sveva
Feci inversione ...
... e tornammo indietro. Entrai nel piccolo vialetto e mi fermai al cancello. In quel momento mi venne in mente il film di Kubrick “Eyes Wide Shut”, mi aspettavo che qualcuno ci venisse incontro, e mi sforzai pure di ricordarmi se il giorno prima al telefono il signore mi avesse indicato una password per l’ingresso. Poi scrollai la testa come a dire – brr sveglia! - e accennai un sorriso per il pensiero appena fatto. Ora stavo volando un po’ troppo con la fantasia!
Proprio in quel momento il cancello automatico cominciò a scorrere sul suo binario, l’ansia cresceva sempre più e con essa ora faceva capolino una nuova erezione dopo il sublime pompino che Sveva mi aveva fatto in autostrada. Davanti a noi, in leggera discesa, comparve un immenso parcheggio in cui c’erano già una ventina di auto parcheggiate, mentre sulla nostra destra campeggiava una struttura a ferro di cavallo dislocata tutta al piano terra, di un color arancio acceso, e nel cui angolo interno spiccava l’ingresso blu illuminato da luci rosa. Insomma già dall’apparenza non poteva essere altro.
Parcheggiammo e scendemmo dall’auto sorridenti, l’ansia andava scemando lasciando spazio ad uno spirito goliardico.
“Vediamo di che si tratta!” esclamai, e Sveva annuì divertita.
Ci incamminammo verso la porta, e fu allora che le presi la mano e me la portai sul cazzo, volevo sapesse che ero di nuovo eccitato.
“Senti qui!”
“Non ti basta mai” disse lei guardandomi con gli occhi curiosi e goduriosi. Adesso era ...