1. La tesi, 1 - pazientò l'orco


    Data: 12/05/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: Calidamanus, Fonte: Annunci69

    ... dico burbero. “Mi faccia la cortesia di andare al distributore, prenda due thé caldi e poi vedremo di proseguire, le farò io un sunto degli articoli”.
    
    Gli tengo delle monete per l'acquisto, e quando le prende serrò leggermente la sua mano, per un attimo solo, ma abbastanza da sorprenderlo e farlo arrossire. Mi sembra anche che il cavallo dei suoi pantaloni si faccia più teso.
    
    Lo fisso, ha la bocca leggermente aperta. Forse non ho detto che è una boccuccia a cuore, piccola ma rossa.
    
    Guardandolo negli occhi, sono io a sorridere ora. Poi gli mollo la mano.
    
    “Vada, la aspetto” dico.
    
    Al suo ritorno ho anche recuperato la mia nonchalance e mi mostro in tutta la mia placidità. Il ragazzo si sporge sulla scrivania per passarmi il thé, ma si sporge un po' troppo: la sedia a rotelle su cui era appoggiato si muove, e il thé è rovesciato sulla mia scrivania, cola sul pavimento.
    
    “Imbranato!” proprompo. “Dia una pulita per terra, avanti” dico con rabbia, mentre mi alzo col bicchiere sgocciolante...
    
    “Oddio, mi scusi” piagnucola lui, e per pulire con i suoi fazzolettini di carta deve fare il giro della scrivania, mentre io sono appoggiato al davanzale. Lo spazio è poco, il passaggio è stretto e mi sfiora passando... Si abbassa per pulire a terra, e i jeans scendono lasciando intravedere leggermente l'inizio del solco di quel culetto parlante: non vedo di più, ma mentre si dimena per pulire posso immaginare ogni forma di quelle due sfere. Nell'attimo in cui si alza per ...
    ... pulire il piano della scrivania e lo vedo davanti davanti a me, non resisto: mentre lui inizia a strofinare mi sporgo e gli poggio tra le natiche sfacciate il mio cazzo.
    
    Lo sento inarcarsi leggermente e muovere il culo verso di me.
    
    Metto una mano sopra la sua, l'altra sul suo petto, percependo il turgore del suo capezzolo.
    
    Avvicino la mia bocca al suo orecchio ed è il momento di giocarmelo, dico quello che spero voglia sentirsi dire per portare questa danza a un ritmo più intenso.
    
    “Sei stato un ragazzo veramente birichino, lo sai?” mormoro dolcemente.
    
    “Sì... lo so...” si arrende subito lui con un filo di voce.
    
    “E sai cosa bisogna fare ai ragazzi cattivi come te?”.
    
    “...che cosa?” mi chiede con voce roca.
    
    “Punirli. Sculacciarli, per la precisione”, specifico.
    
    Nel silenzio che segue gli abbasso i pantaloni, godendomi intanto sotto i jeans un paio di mutandine rosse, slip che contengono a malapena due chiappe tornite.
    
    Gli abbasso il torso sul ripiano della scrivania e percorro con un dito l'elastico degli slippini, sentendo la sua pelle d'oca farsi più fremente mentre arrivo al centro del mio percorso.
    
    Poi smetto, e comincio a colpirlo di palmo su e giù, a destra e sinistra.
    
    Quello che per qualche secondo è stato il suo respiro roco ora non si sente più, tocca al rumore della carne che sto riscaldando colpo dopo colpo.
    
    “Sei stato pigro, sfacciato e disobbediente”, gli dico, mentre continuo a somministrare la punizione.
    
    Passano almeno cinque ...