1. Asparagina di Primavera / 2


    Data: 27/04/2024, Categorie: Etero Autore: King David, Fonte: EroticiRacconti

    ... Se le donne nude con le calze mi eccitano, specie se non depilate (c'è qualcosa, un richiamo ancestrale, nel contrasto tra la vulva pelosa e le calze, di qualunque foggia e colore), vedermi nello stesso stato mi indebolisce. Sembra che lei lo sappia, e mi voglia soggiogare a questo strano contrappasso.
    
    Perché lei invece appare più che soddisfatta di quanto ha davanti. Si sposta all’indietro, seduta sulle mie gambe, accucciata, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia, ad osservarmi. Mi guarda e ride. Lo fa inizialmente a denti stretti, ma poi con la bocca spalancata, quella bocca grande con la fessura in mezzo agli incisivi che la rende affascinante senza farla bella. Rido anche io. E appena si accorge che la comicità sta facendo scemare l’eccitazione, si allunga, appoggiando il suo pube sul collo del mio piede, stendendo il busto, appoggiando la testa di lato sulle mie cosce, avvicinandosi alle mie mutande, e con le mani a coppa segue la forma del mio pene come se dovesse plasmarlo di creta. Poi allunga il collo, alza di poco l’elastico delle mutande e si avvicina con la bocca, succhiando appena la punta.
    
    - Voglio sentirlo solo un po’. È buono. Fammelo sentire ancora un pochino
    
    Ma poi, come richiamata da un dovere morale cogente, si rialza. Scende dal letto. E dal capezzale mi guarda ancora. E ride.
    
    - A ...
    ... tra poco – mi dice
    
    Ed esce dalla stanza.
    
    - Almeno le calze. Almeno toglimi le calze – la imploro
    
    Si riaffaccia dalla porta.
    
    - Ti devo spogliare poco alla volta
    
    Esce dalla stanza. Chiude la porta. E la chiude a chiave.
    
    Sono seminudo, coi calzini, bloccato su un materasso senza lenzuolo, ricoperto di plastica, vincolato da un paio di zoccoli fuori moda senza che abbia possibilità di slegarmi, in una stanza matrimoniale chiusa a chiave, alla periferia di Parigi. E sento che fuori comincia un acquazzone primaverile. Passano diversi minuti senza che succeda niente. Provo ad addormentarmi. Mi addormento.
    
    A svegliarmi, dopo non so quanto tempo, perché non riesco a leggere l’orologio, è il campanello della casa. Qualcuno ha suonato alla porta. Mi rendo conto di essere ancora legato al letto. La situazione è ancora più surreale. Cerco di ascoltare bene cosa succede di là. Sento Stephanie che sussurra, ma non capisco cosa dice. Un’altra voce soffocata che risponde. Che cazzo sta succedendo. Il bollitore dell’acqua si accende. Poi un rumore di tazze, o di scodelle. L’acqua della cucina. E poi ecco dei passi, rumori di piedi scalzi sul parquet gonfiato, che vengono verso la stanza. Mi preparo al mio destino, disorientato ed eccitato come un ragazzino di fronte a un sesso potente e sconosciuto.
    
    [CONTINUA...] 
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