La Baronessa Zelda cap. 1
Data: 20/04/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Koss, Fonte: EroticiRacconti
... raffinati e colorati, in quella stagione indossavano pantaloni di morbido panno e camicie ampie e colorate sopra le quali generalmente portavano una giubba o una casacca; gli abitanti del villaggio vestivano nonostante il caldo pantaloni di fustagno o velluto e giubbe dello stesso tessuto o di lana. Le schiave e gli schiavi vestivano secondo i gusti ed i mezzi dei padroni e secondo il loro ruolo. Quelli che lavoravano in casa dei padroni avevano maggiori possibilità, in genere indossavano i vestiti smessi dai padroni, i contadini vestiti di tela grezza. Le cameriere, se erano giovani e belle e servivano presso case ricche, indossavano vestiti simili a quelle delle padrone, spesso nuovi e raffinati. A parte le cameriere gli altri schiavi indossavano biancheria dozzinale o non ne portavano affatto. Il tratto che li distingueva dai cittadini e dai nobili era un collarino di cuoio che portavano ben visibile al collo ed un piccolo marchio a fuoco che veniva loro imposto, quando erano ancora giovani, sul fianco destro e che era la prova finale del loro stato.
Scesa dal calesse la nobildonna Zelda de Ruz si rivolse al piantone che come tutti gli altri era rimasto sorpreso e sconcertato. – Stia attento che non molestino la mia cavallina. –
- Certo Baronessa – rispose arcigno la guardia. Il piantone non poté impedire però che una folla si raccogliesse lì intorno per dare un’occhiata alla puledra e riuscì a malapena promettendo le pene più severe ad impedire che qualcuno si ...
... avvicinasse a toccarla. Era una bella cavallina e nella sua tenuta attirava l’attenzione degli uomini e faceva scandalo tra le donne. Il viso anche se sfigurato dal morso e dai finimenti che lo incorniciavano era carino, il capo era ricoperto da una civettuola calottina di cuoio nero che alla sommità era bucata per consentire alla lunga treccia di capelli di fuoriuscire, con il risultato che quando correva i capelli si agitavano nel vento. Sulle spalle portava una mantiglia che la copriva fino a sotto il piccolo seno che si intravedeva a malapena racchiuso com’era in un reggiseno di pelle. La mantiglia copriva in parte il robusto sottopancia in cuoio che scendeva con due grosse bretelle dalle spalle e si chiudeva come un’armatura sotto il seno per poi allargarsi sulla pancia davanti e sulla schiena di dietro, quindi stringersi e terminare sopra i fianchi. Più in giù un ampio gonnellino copriva le intimità della puledra, anch’esse protette da morbida pelle. Il gonnellino svasato per consentirle di correre arrivava a metà coscia e queste erano lunghe e robuste come i polpacci. Calzava degli scarponcini di cuoio e pelle con le punte ed i tacchi rafforzati da pezzi di ferro. Questi ultimi costituivano, con i finimenti ed i pesanti calzettoni di lana, gli unici punti in comune con quanto indossavano i puledri. I cavalli, almeno d’estate, portavano delle brache allacciate sul davanti corte ed attillate fino al ginocchio e una giubba corta e larga di lana che arrivava fino all’ombelico. ...