Che bella l’automobile – 1. la scuola guida
Data: 08/04/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69
Ero felicissimo, anzi, mi si consenta, doppiamente felicissimo. Avevo superato gli esami di maturità ed anche con un buon punteggio e mio padre mi aveva promesso che, se ci fossi riuscito, mi avrebbe regalato l’automobile. Naturalmente, prima avrei dovuto fare la scuola guida per la patente e, per questa, mia madre si era impegnata a pagarmela. Più felice di così!
“Paolo, mi raccomando. Prometti che sarai prudente”.
I miei lo avevano fatto un po’ controvoglia: avevano paura che io potessi avere un incidente grave, ma si rendevano conto che ormai, a 18 anni compiuti, potevo e dovevo avere una mia libertà. Si raccomandavano sempre di non fare colpi di testa, di non ubriacarmi con gli amici e poi guidare, di essere sempre padrone di me e delle mie azioni.
Il giorno dopo il risultato degli esami, sempre assicurandoli di essere ormai un omino maturo, andai alla scuola guida vicino casa assieme a mia madre. Mi iscrissi e mi fissarono i giorni in cui sarei dovuto andare per le lezioni in sede e per quelle con l’istruttore. Dopo un primo periodo di sole lezioni teoriche, nelle quali mi impegnai al massimo, dovevo cominciare contemporaneamente quelle pratiche.
Per queste, mi presentai all’ora stabilita e mi affidarono all’istruttore Attilio. Oddio che bono! Ho sempre adorato gli uomini maturi e, benché le mie prime esperienze sessuali, limitate a baci, palpeggiamenti e seghe, le avevo avute con miei coetanei, la mia fantasia andava sempre a maschi adulti, forti, pelosi e ...
... vogliosi di me come io di loro. E giù a seghe!
Beh, l’istruttore era la personificazione delle mie fantasie. Alto tanto da arrivargli alle spalle, sui 50/55 anni, dal fisico muscoloso, dal baffo folto, dal pelo abbondante che gli usciva dal collo della t-shirt e gli copriva le braccia. Per non parlare del bozzo che aveva tra le gambe: faceva pensare ad una fornitura notevole. Un viso virile e duro, benché mi strinse la mano sorridendo. La stretta fu decisa ed il sorriso aveva un nonsoché di strano. Aveva la voce profonda. Era un carabiniere in pensione. Si era ritirato dall’Arma quando, considerandolo ormai vecchio per andare in pattuglia, lo volevano segregare dietro una scrivania. Lui non era stato d’accordo e se ne era andato.
In quel momento quasi svenivo dall’emozione e durante quella mia prima lezione ero piuttosto confusionario ed imbranato. Poi mi dissi che dovevo controllarmi, se volevo avere la mia patente di guida, e successivamente fui più presente a me stesso, anche se spesso gli occhi mi cadevano sul suo pacco che, stando seduto accanto a me, sembrava ancora più grosso.
La terza volta che ci vedemmo, portava un paio di calzoncini corti sopra il ginocchio che scoprivano due belle gambe sode coperte di peli. Io non ero da meno, anzi. Avevo indossato anche io dei pantaloncini corti di jeans celesti molto chiari ed aderentissimi, per far notare la forma del mio culetto. Solo che, appena visto lui, non sapevo come nascondere la mia spontanea erezione. Mi misi ...