1. La cugina, non si può non amarla nell'atto d'incularla


    Data: 20/03/2024, Categorie: Incesti Autore: Vergini Villane sodomizzate, Fonte: EroticiRacconti

    ... il culo, le penetrava il punto più interno dello sfintere anale interno, la dominava totalmente.
    
    E lo chiamava, “Giampaolo…Giampaolo….voglio di più, ne voglio di più!”
    
    “Ma è già tutto dentro, cos’altro di posso dare?”
    
    “Dammene di più, ne voglio di più, voglio di più!”
    
    (‘E se potessi mettere nel culo anche i coglioni lo farei ma…”) pensava Giampaolo e nel frattempo lasciò spruzzare tutto il suo seme nell’ampolla rettale di sua cugina Roberta, che sentì subito il calore dentro la sua pancia e cominciò a gemere come se quell’orgasmo fosse stato il suo.
    
    Giampaolo fece per muoversi, voleva andarsi subito a lavare, la terza sborrata doveva fargliela in bocca, questo era il piano, anche se erano stati invertiti i momenti della sequenza.
    
    “NO!” Protestò subito lei “No, no, non te ne andare, rimani..”
    
    Lui prese a baciarle di nuovo la schiena, con amore e gratitudine, non avrebbe mai potuto immaginare che avrebbe potuto amare sua cugina così tanto, anzi, che avrebbe potuto volerle bene in ogni caso, dato che per 20 anni l’aveva odiata, come aveva odiato e odiava i genitori di lei e zii di lui.
    
    Lei in quel momento lo amava a sua volta, molto più di quanto lui amasse lei; era piena di gratitudine, più di lui, per la grande spruzzata di sperma bollente con la quale le aveva inondato il punto più profondo del suo piacere anale e per essersi sbarazzata di 30 anni d’ipocrisie, e della noia dei 6 mesi di bocchini praticati sistematicamente sullo stesso cazzo circonciso ...
    ... di suo marito.
    
    “Non devi mica pagare..”
    
    “Che vuol dire?”
    
    “Non devi pagare, non mi devi pagare, puoi restare dove sei, non c’è nessuna fretta. Non fai come quando vai con una prostituta, che appena finito ti alzi e te ne vai. A me non mi paghi, quindi non devi andartene.”
    
    Giampaolo mantenne allora i due metri di cazzo e tre di cappella nell’ampolla rettale di sua cugina Roberta, nonostante che fosse già venuto. Si stava ammosciando, per la verità, ma lei non se lo lasciava scappare fuori nemmeno di un millimetro e, anche lui, evitava qualunque movimento che avrebbe potuto agevolare la fuoriuscita del suo fallo dal buco del culo di lei. Moscio, non sarebbe mai più riuscito ad infilarglielo dentro.
    
    C’era, anzi, un racconto di un suo amico ad intrattenerlo, un tale che diceva un sacco di cazzate, e le diceva tutti i giorni, un ubriacone che si chiamava Ivano, il quale gli aveva raccontato di averlo messo spesso nell’ano, nonostante l’unica sua fidanzata fosse poi anche sua moglie, della quale non sovviene il nome. Ivano raccontava di aver fatto il culo a sua moglie, una gallina piena di cellulite impiegata in un’agenzia automobilistica del paese di residenza. Insomma, l’aveva inculata e poi aveva aspettato che il cazzo gli si fosse ammosciato abbastanza per poterle pisciare in culo. Tanto aveva raccontato a Giampaolo di aver fatto. Le aveva pisciato in culo e poi aveva estratto l’arnese e si era goduto lo spettacolo della sua piscia che spruzzava fuori dal culo di ...
«1234...»