Eccitante parte uno giornalista di guerra
Data: 26/08/2018,
Categorie:
Anale
Autore: MisAlys, Fonte: xHamster
... stampata proprio a due passi da loro. Alcuni commilitoni erano caduti colpiti da queste schegge impazzite; altri avevano cominciato a correre a nord venendo bloccati da velocissimi mezzi corazzati dei nemici.
I nemici avevano tirato l'imbos**ta giocando con un effetto sorpresa e nuovissime tecnologie invisibili.
Nel caos generale, con più della metà della squadra a terra o bloccata, Sara invece di aspettare disposizioni dai militari rimasti e scappare insieme a loro, aveva preso il braccio del cameraman fiondandosi entrambi verso sud, dall'altro lato rispetto al blocco nemico.
Non avevamo lasciato contatti, non avevano avvisato nessuno, solo fuga senza ritorno.
Nella corsa si era sentito un unico rumore, secco, pesante. Il cameraman di Sara, un colosso d'ebano di 195 centimetri, era crollato per terra, colpito alla testa da qualche pallottola nemica esplosa nelle vicinanze.
In preda al panico, Sara aveva cominciato a correre senza sosta, andando sempre a zig zag come le avevano insegnato per non dare punti di riferimento ad eventuali cecchini appostati. Sara correva, correva, correva, senza girarsi mai, sguardo fisso in avanti con le mani saldamente premute contro il suo zaino.
Dopo un tempo indefinito, probabilmente di 30-40 minuti, Sara si era accorta di essere in una zona deserta. Solo tanti cumuli di macerie si estendevano per il territorio, con un paio di palazzi ancora parzialmente intatti che si vedevano a brevemedia distanza.
Le esplosioni ...
... avevano creato dei crateri naturali che potevano fungere anche da protezione o accampamento in momenti di urgenza.
Sara si era lanciata in quello che le era sembrato il posto migliore...un palazzo parecchio demolito che però manteneva delle zone chiuse ed ancora un piano apparentemente in decenti condizioni che le avrebbe permesso meglio di vedere verso l'esterno.
Era sola, l'unica cosa che poteva fare è drizzare bene le orecchie e non farsi beccare e guardare tutto e tutti da quella sorta di soppalco coperto.
In una zona così povera di nascondigli, correre in questo momento non era così utile.
Sara si era accovacciata, slacciando lo zaino e saldando per bene il giubbotto antiproiettili. Aveva caldissimo, moriva di caldo, ma per niente al mondo si sarebbe tolta il giubbotto. Il suo seno sembrava esplodere contro il giubbotto a furia del respiro affannoso, le mancava l'aria, ma tenne duro.
Tirò fuori il suo binocolo e gli occhiali da vista lontana per cercare di perlustrare l'aria dalla sua zona.
Le uniche zone monitorabili, a parte le pianure ed i crateri, erano i due edifici ancora in piedi.
Erano abbastanza vicini per poter vedere bene dalle finestre, almeno i piani inferiori. Quel binoloco poi era un prodigio della tecnologia, gentile concessione del comandante della squadra.
Il primo palazzo era parso da subito vuoto. A dir la verità si potevano ben vedere alcune sagome di persone probabilmente decedute all'interno, sporche di sangue.
Nel secondo ...