Saga familiare 10
Data: 22/12/2023,
Categorie:
Anale
Sesso di Gruppo
Lesbo
Autore: iincest, Fonte: xHamster
... tremende mi partivano dall’utero ed esplodevano in vulva.
Rimasi solo con gli slip e Martino accennò a prenderli con la bocca; cercai di fermalo, perché sapevo che ormai erano zuppi delle mie sborrate; ma non sentì ragioni, anzi mi accorsi che li succhiava addirittura, mentre li accompagnava con la bocca fino a terra.
Quando fui completamente nuda davanti a lui, mi divaricò delicatamente le gambe, si inginocchiò in mezzo e si abbassò a baciarmi la figa: sentii la stanza ruotarmi intorno, quando le sue labbra morsero il mio inguine, quando la lingua si fece strada tra i peli, separò le grandi labbra e si insinuò a cercare il clitoride; urlai di piacere e caddi in un languore che mi faceva sentire solo la punta della lingua che stuzzicava il centro del mio piacere.
Quando aprii gli occhi, me lo vidi davanti in tutta la sua bellezza statuaria, con la mano su un cazzo che mi parve bellissimo, forte, grosso, pieno di promesse; allungai una mano e me ne impossessai; lo costrinsi a stendersi sul letto, accanto a me, lo bloccai supino e mi avventai con la bocca sull’asta.
Lo desideravo tanto che neppure mi resi conto di farlo sprofondare di colpo fino alle tonsille; ebbi un accenno di conato e dovetti tirarlo fuori a metà; ma ripresi immediatamente ad affondarmelo in bocca, come per chiavarmi in una scopata particolare: mentre lo ingoiavo, lo leccavo continuamente tutt’intorno, specialmente sotto la cappella, dove lo sentivo più reattivo.
Mi fermò la testa e, ...
... accompagnandomi, mi invito a un pompino più lento e duraturo; cominciai ad accompagnare con le mani la stimolazione orale: gli facevo una sega leggera sulla parte fuori della bocca e, intanto, gli tenevo le palle accarezzandole e strizzandole; con la lingua, disegnavo ghirigori sulla cappella e sotto, sull’asta e sulle palle.
Non emetteva suoni, sembrava distante; ma i suoi muscoli si tendevano con forza ogni volta che il piacere lo aggrediva; quando arrivava troppo vicino all’orgasmo, mi tirava via , mi prendeva la testa e mi baciava con passione, mi stendeva supina e mi leccava la figa con sapienza.
Non so quanto tempo passammo a stimolarci reciprocamente: sapevo solo che lo volevo, tutto, dappertutto, volevo che mi riempisse la figa, il culo, la bocca, le mani; non mi sarei stancata mai di scoparlo e di farmi scopare.
Approfittando di un momento in cui era disteso a rilassarsi, gli montai a cavalcioni, impugnai il suo cazzo e, lentamente, dolcemente, delicatamente, me lo feci entrare nella figa: a mano a mano che la sua carne si impossessava della mia, tutte le fibre del ventre reagivano con stimolazioni di piacere; quando alla fine mi abbattei su di lui e l’asta entrò fin nelle viscere più interne, mi fermai a godermelo e misi in azioni tutti i muscoli della vagina per massaggiarlo, per sentirlo, per godermelo: sborrai almeno un paio di volte, in quella posizione.
Martino allora mi scavallò con violenza, mi sbattè di schiena sul letto, mi divaricò le gambe, si mise in ...