Contenta e raggiante
Data: 16/12/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... t’inginocchi al mio fianco, afferri un ramo e inizi a sfiorarmi con quella bianca setosa meraviglia il collo, da una parte e dall’altra, per risalire al viso, agli occhi e alle labbra. In modo inatteso cade un petalo proprio sulla mia bocca socchiusa, tu cominci a baciarmi e le nostre labbra lo divorano, dopo ti stacchi da me e ricominci ad accarezzarmi con i fiori, arrivi in conclusione ai capezzoli che frattanto sono diventati come delle piccole frecce. Tu li sfiori, prima l’uno e poi l’altro, li premi leggermente con i rami, mentre le onde selvagge e inesplorate di desiderio m’attraversano il corpo fino al ventre in uno spasmo continuato. Cade un altro petalo: tu ti chini e lo soffi via, leggermente con insistenza, io sono impaziente, tento d’abbassare gli slip, eppure tu mi fermi. La carezza dei fiori continua intorno all’ombelico e poi sui fianchi concludendosi sul ventre. La fantasia galoppa, adesso vedo il mio sesso come una grande orchidea spalancata con il cuore dei pistilli pulsante, comincio a gemere, ti voglio e te lo dico pregandoti e invocandoti, quasi come se fosse una grazia, una concessione da esaudire:
‘Non ancora, attendi, non ancora’ – tu rispondi in modo placido.
Io rivolgo la faccia verso il tuo grembo e ingerisco con fatica quello che scruto, perché t’intravedo chiaramente eccitato: ecco, il ramo d’orchidea è arrivato all’orlo degli slip, s’infila di sotto, nel tempo in cui con una mano lentamente fai scendere quel velo di pizzo lungo ...
... le gambe. In un secondo tempo m’allarghi prudentemente le cosce e la carezza dei fiori riprende sulle labbra del sesso, dentro e sempre più in fondo, toccando anche i nascondigli più distanti, sfiorandomi appena, in quell’istante cade un altro petalo, ma al presente è la tua lingua che si sostituisce subentrando prontamente per un attimo al posto dei fiori, procurandomi brividi d’eccitazione e di totale frenesia giammai provata prima d’ora. Io sono manifestamente tesa, indiscutibilmente confusa, mi lamento, reclamo adagio, mentre sotto le palpebre abbassate vedo solamente onde di bianco ingigantirsi sempre di più per arrivare al sole. Quando tu ritorni con i fiori, verso quel bottoncino di carne gonfio, per sfiorarlo e premerlo con insistenza un lampo di pensiero m’assale e bruscamente esordisco:
‘Così si rovineranno però i petali’ – prima che un orgasmo violento arrivi, in quanto mi scompiglia, tenuto conto che subito dopo mi rabbonisce tranquillizzandomi definitivamente le membra.
Al momento sono qui, abbandonata, pigra e soddisfatta mentre tu ridacchi posandomi i rami candidi sui seni. Io ti spalanco le braccia e tu precipiti addosso al mio corpo, senza spogliarti mi penetri con foga mordendomi il collo, mi succhi i capezzoli con violenza, incolli le tue labbra alle mie. Io incrocio le caviglie sulla tua schiena avviluppandomi per permetterti di entrare più a fondo, poi concludi l’atto dentro di strepitando il tuo vigoroso orgasmo:
‘Non t’ho mai sentito ...