Frate martino - 3
Data: 06/12/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... cercò di protestare, ma frate Martino non lo ascoltò, ormai la lussuria aveva preso il sopravvento su qualsiasi altro sentimento.
“Finalmente…”, sospirò infatti, mentre il suo cazzo si apriva la strada nelle vergini carni, spinto da una voglia cresciuta negli anni fino allo spasimo.
“Sta calmo… ti passa subito… - gli mormorava concitato – ti piacerà… sarà bello vedrai… ah, come sei stretto… fantastico… “, mentre cominciava l’eterno dentro e
fuori della mazza infoiata.
Senza preoccuparsi se i gemiti che sentiva fossero di dolore o di goduria, e di momento in momento più accalorato, via via che il piacere cresceva, frate Martino ci dava dentro, quasi volesse recuperare tutti gli anni di astinenza. Era incredibile quanto si godesse a fottere un culo!
Ma anche per frate Lupino le cose cambiarono ben presto: al dolore per la subitanea penetrazione era subentrato un indolenzimento attorno all’ano per lo stiramento dello sfintere e piano piano un senso di pienezza , un languore gratificante. Allungò le mani e tastò la base del cazzo che gli scorreva dentro e fuori, meravigliandosi che un affare così grosso avesse potuto entragli dentro… Allungando ancora un po’ la mano, arrivò a tastare i coglioni ondeggianti del maschio alle sue spalle e la sensazione che ne ricavò lo turbò a tal punto, che si sentì ribollire tutto e in un attimo venne senza toccarsi.
L’orgasmo di frate Lupino, spedì dritto Martino in dirittura d’arrivo e infatti, mentre l’uccello gli veniva munto ...
... dalle contrazioni anali di frate Lupino, lui diede un ultimo affondo, poi, premendogli forte il bacino contro il culo, gli svuotò dentro tutta la sua sborra.
“Sei stato bravo.”, gli disse poi, mentre gli sfilava l’uccello dal culo e se ne andava, lasciandolo lì a scolare la sua sbroda dal pertugio sconnesso.
Possiamo accusare frate Martino di scarsa sensibilità? A prima vista non ci sono dubbi: aveva appena stuprato un confratello e lo abbandonava senza neanche una buona parola, senza un gesto carino che gli fosse di minima consolazione; dobbiamo però tener presente che quelli erano tempi duri, tempi ancora soggetti alla legge del più forte, che prevarica il più debole e si prende quello che vuole. Qualcuno si chiederà: “Anche in un ambiente sacro?”. Ahimé sì, anche in un ambiente sacro e ne son piene le cronache. Intendo le cronache del tempo, che ho consultato per ricostruire questa storia. Ma non credo che le cose siano cambiate: il lupo perde il pelo soltanto, lo sappiamo.
Dobbiamo anche dire, però, che frate Martino in fondo non era un così cattivo soggetto: erano state le circostanze a spingerlo sulla cattiva strada e nel caso specifico di frate Lupino era successo tutto così in fretta e così inaspettatamente, che lui stesso ne era rimasto frastornato e incapace di gestire la cosa nel migliore dei modi. C’è anche da dire che frate Lupino, dal canto suo, non ci diede peso più di tanto e quando l’altro tornò a cercarlo, si prodigò a placarne gli ardori con molta ...