L' allenatore
Data: 09/11/2023,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Guastho, Fonte: EroticiRacconti
La squadra si era allenata bene, nonostante fossero solo bambini dopo un anno di lavoro erano migliorati molto.
Fischiai la fine, i genitori sugli spalti applaudirono i loro figli con entusiasmo mentre entravamo negli spogliatoi.
Entrai con loro, feci i complimenti di rito e mi diressi verso lo spogliatoio degli arbitri per la meritata doccia.
Aprii l’acqua calda mentre mi toglievo la felpa e la maglietta della società.
Qualcuno bussò alla porta, pensai che fosse Anselmo, il vecchio custode, sempre pronto a qualche lamentela.
Tolsi il chiavistello, aprii.
“Marika?”
Marika era la mamma di Gabriele, uno degli ultimi ad aggregarsi alla squadra, ma che comunque iniziava a muoversi bene.
Guardai alle sue spalle alla ricerca del marito, ma probabilmente era al bar del campo sportivo con gli altri genitori a fare l’aperitivo di rito.
“Posso fare qualcosa per te?” le chiesi.
“Ti volevo parlare…” Senza chiedere permesso entrò nell’angusto spogliatoio.
Aveva due occhi color ghiaccio, maliziosi quanto quelli di una bambina capricciosa.
Nonostante i vent’anni che ci separavano mi trattava come un suo coetaneo.
Compensava un seno tutt’altro che generoso con un fondoschiena alto e snello e due gambe lunghe e affusolate.
Avevo visto più di un padre di famiglia indugiare su quel ben di Dio.
Delle labbra carnose, sempre pronte ad aprirsi in un sorriso, un viso ovale, incorniciato da dei capelli corvini portati a caschetto.
Dimostrava di meno ...
... dei suoi quarant’anni e sembrava esserne consapevole.
“Che succede?”
“Gabry è triste, perché non lo hai convocato alla partita?”
“Marika, sono solo due settimane che è con noi, fallo prendere confidenza…”
I suoi occhi si accesero.
“Tu non hai figli Alex, una mamma farebbe di tutto per vederli felici…e Gabry non lo è…”
Sentivo il suo fiato caldo contro il mio mentre mi parlava.
Probabilmente questo, aggiunto alla presenza di una donna in una situazione possibilmente compromettente mi fece iniziare a fare scorrere il sangue.
Cercai di mantenermi lucido.
Gli occhi fissi nei suoi, mentre il cuore stava galoppando fin troppo velocemente.
“Arriverà il suo momento, tu rassicuralo.”
Mi appoggiò una mano sulla spalla, il suo palmo morbido sulla mia pelle aumentò la tensione.
Sentii qualcosa muoversi lì sotto, mentre cercavo di mantenere un atteggiamento di naturalezza.
“Alex, ti prego…”
Si era avvicinata ancora di più, quasi cercasse il contatto fisico, la sua mano ancora sulla spalla, i suoi occhi di ghiaccio nei miei.
Feci un passo indietro, per quanto quello spazio angusto me lo permettesse.
Fu in quel momento che, forse per seguire con lo sguardo il movimento dei miei piedi i suoi occhi scivolarono in basso.
La tuta che indossavo lasciava poco all’immaginazione.
Cercai di concentrarmi sullo scroscio della doccia per calmarmi, ma lei si mosse di nuovo verso di me.
“C’è qualcosa che posso fare per convincerti a convocarlo ...