1. Anche le mamme hanno il diritto di venire


    Data: 12/10/2023, Categorie: Anale Maturo Autore: iincest, Fonte: xHamster

    ... il mio ed anche il suo, aumentai il ritmo, che divenne frenetico vicino all’apice del godimento. Mamma gemeva sempre più forte. Ora le stavo dando dei colpi tremendi, risolutivi. Come le avevo consigliato, anzi ordinato, mantenne gli occhi spalancati, nonostante la vergogna e il riserbo che solitamente vuole il piacere. I suoi occhi tradivano la libidine e la voglia di varcare il confine del piacere supremo, di tuffarsi in un totale smarrimento. Vedevo le sue pupille contrarsi e dilatarsi, come la sua vagina e, molto presumibilmente, il suo sfintere anale. Mi fissò con non poco compiacimento nel mentre queste si facevano particolarmente dilatate; la fissai intensamente quando queste si dilatarono al massimo...
    
    “Vengoooooo... gooooodooooo.....” urlò tutto il suo piacere, e a questo punto non ce la fece più a reggere il mio sguardo: gli occhi le si rivoltarono nelle orbite, mentre esplodeva il suo orgasmo e lei s’immergeva nell’indispensabile solitudine di chi vuole gustare il piacere supremo. Io venni assieme a lei, perché stavo già per venire, perché il suo urlo, la contrazione dei suoi muscoli vaginali, la consapevolezza del suo orgasmo, così intimamente e sinceramente assaporato, mi fecero collassare. Mi scaricai in lei con grandissima soddisfazione, le riempii la fica con dei getti potenti di sborra, seguiti da altri fiotti, in un singhiozzo che pareva interminabile. Riempii la vagina di mia madre con litri di sperma, tanto che fuoriuscì dal condotto stesso, unendosi al ...
    ... brodo meno denso, ma forse altrettanto copioso che il ventre della mia genitrice aveva prodotto e che già da un po’ le stava colando per le cosce bianche e vellutate, lungo i peli appiccicosi della figa e delle gambe.
    
    “Avevi ragione, Alberto”, disse lei appena riprese fiato “siamo solo dei finti moralisti, sono venuta, ho goduto, mi sono lasciata montare come volevi tu perché lo desideravo. Vedi, Alberto, hai una madre porca, chissà cosa direbbe papà se lo sapesse, forse mi caccerebbe da casa”.
    
    “Ma noi non glielo diremo mai”, la rassicurai io “resterà un nostro piccolo segreto. A patto, però che la cosa non rimanga un caso isolato. Mi piace molto il tuo corpo e lo voglio ancora esplorare, penetrare...”. Prima che lei rispondesse, la rovesciai sul letto e la baciai in bocca, con la mia lingua cercai la sua, la trovai, duellai con essa, la esplorai sotto la lingua, negli anfratti più segreti, le spinsi la punta quasi fino in gola. Fu un bacio molto sensuale, più intimo dell’amplesso che avevamo appena consumato. Steso su di lei, mi eccitai di nuovo e ogni tanto spingevo in avanti il pube contro il suo basso ventre, facendole sentire il mio randello nuovamente in tiro, sempre più duro ed eccitato. Lei rispondeva spingendo la sua prugna contro il mio bacino. La accarezzai di nuovo fra le gambe e la trovai ancora vogliosa. Feci passare una mano sulla sua passera nuda e la ritrassi con le dita coperte e impiastricciate di una sostanza colloidale, non bianca ma viscida, e non ...
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