1. Anche le mamme hanno il diritto di venire


    Data: 12/10/2023, Categorie: Anale Maturo Autore: iincest, Fonte: xHamster

    ... dimostrarti come lo fanno queste persone”. La presi per le braccia e per le spalle e la condussi sul letto, nella posizione che le avevo descritto verbalmente e che ora le volevo illustrare e far provare. Stranamente lei non oppose resistenza, ma si lasciò mettere passivamente nella posa che io le avevo descritto, lasciò che le spostassi con delicatezza le braccia, che le allargassi in modo dolce ma risoluto le gambe e le togliessi la vestaglia, lasciandola in reggiseno e mutandine. Era uno spettacolo! I capezzoli sporgevano appuntiti, turgidi ed eretti. Le natiche erano ancora polpose ed insolenti. Erano larghe e distanti fra loro ed il tessuto che vi passava nel mezzo era leggero e sufficientemente teso da mostrare esattamente nel centro una sporgenza piccola e rotonda. La vellicai, delicatamente, vi passai sopra i polpastrelli della mano destra. “Alberto, cosa fai?”, sussultò lei “non si devono fare queste cose!”. Ripetei il gesto. Mia madre reagì di nuovo: “Alberto, ti ho già detto di smetterla, la vuoi capire o no che tra madre e figlio certe cose non si fanno?”. E già la sua voce era meno convinta e risoluta, meno scandalizzata. Stava forse per cedere? Passai per la terza volta la punta delle dita su quel grumo intimo e stupendo. Questa volta lei non disse nulla, come se facesse finta di non accorgersi di quella mia sfrontata richiesta di trasgressive confidenze. Continuai ad accarezzare quella sua intimità, quel suo bocciolo sporgente fra le natiche, appena al di ...
    ... sotto delle sue mutandine graziose a fiorellini. Ne percorsi la circonferenza e sentii che nell’interno il muscolo ad anello a tratti si contraeva. Feci per montarla (non volevo penetrarla per ora); volevo solo spiegarle come si fa ad accoppiarsi alla “pecorina”. Decisi, però, di aspettare un po’. Volevo ammirare quel corpo femminile, non più giovane, ma neppure troppo maturo, quelle mutandine quasi trasparenti, le natiche nude naturalmente aperte, le gambe snelle e ben tornite. E poi ero curioso di vedere la reazione di mamma: sapevo che si era eccitata, volevo che si umiliasse lei a chiedere di sospendere o di continuare l’insegnamento del Kamasutra da parte del figlio. Sicuramente la femmina che abitava nel suo ventre e fra le sue gambe voleva in qualche modo placarne l’eccitazione anche se, a causa dei soliti principi e del perbenismo, nemmeno immaginava come. “Allora, Alberto, vogliamo o non vogliamo terminare questa tua stupida dimostrazione? Almeno, una volta finita, possiamo tornare alle nostre faccende; ma, mi raccomando, non mi toccare, non fare carezze da camionista o troppo confidenziali” (e qui la sua voce ebbe ancora un tremito). Anche le sue gambe tremavano, non so se per la posizione scomoda o per l’emozione. “Va bene, mamma”, dissi “lascia fare a me, non ti preoccupare più di tanto, sai che ti voglio bene e che ho per te il massimo rispetto”. Ma non sapevo fino a che punto, in cuor suo (anche se forse non lo ammetteva neppure a se stessa), lei voleva veramente ...
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