In assenza di compostezza
Data: 04/10/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... di forza, di delicatezza e di passione. Le loro lingue s’intrecciarono mentre i corpi si premevano l’uno contro l’altro, lentamente scivolarono giù fino a trovarsi completamente sdraiati e intrecciati tra di loro e con le lenzuola. Le mani procedevano velocemente su tutta la parte superiore del corpo, Abir avvertiva distintamente tra quelle lenzuola che dotate di vita propria s’annodavano sui loro corpi, che anche la parte inferiore del corpo dell’uomo era nuda. Quando la calda fermezza dell’anca le premette sulla pancia capì che lui non portava nemmeno le mutande, giacché era arrivato nudo per i corridoi dell’hotel, in tal modo quell’idea l’elettrizzò ulteriormente. Con uno scatto si staccò e prese a districare le lenzuola, perché voleva quel corpo nudo e sconosciuto premuto contro di sé senza niente da poterli dividere. Una volta libero dalle coperte l’uomo rotolò su di lei bloccandola contro il materasso, schiacciandola con i suo peso, premendole contro il ventre, finché apparve una vistosa erezione.
Lui ripigliò a baciarla voracemente, le sue mani erano dappertutto, libere d’aggirarsi e di vagare su tutto il corpo della ragazza accarezzando e soppesando con maestria. Senza fiato, avvolta dal calore di quel corpo, dal suo profumo inebriante, schiacciata piacevolmente dal suo peso Abir si perse, osservando le sue unghie piantate nella sua schiena e il bacino che oscillava, cullando il suo cazzo marmoreo contro la propria pelle arroventata. Non seppe mai per quanto tempo ...
... rimase così, persa nella trance sensoriale di quel bacio dato con tutto il corpo, ma riconobbe l’esatto istante in cui ne uscì, perché sollevando il proprio corpo e scivolando verso il basso lui le aprì le gambe affondando il viso nel lago che era la sua pelosissima fica. Puntò sennonché dritto al clitoride, giacché alla prima leccata le strappò uno strillo. La ragazza si contorse, cercando di muovere il bacino che lui le bloccava in una morsa d’acciaio, con le dita affondate nei fianchi e nelle piccole e sode natiche. Dopo riprese a leccarla per tutta la lunghezza con colpi prolungati e decisi, per affondare infine la lingua dentro di lei fin dove arrivava. Sempre bloccandole il bacino contro il materasso la scopò con la lingua, in voraci affondi che la fecero gemere come mai in vita sua aveva conosciuto.
Le mani di Abir artigliavano le lenzuola, la ragazza sentiva avvicinarsi l’orgasmo sempre di più, ormai vicinissimo. Aveva appena iniziato a inarcarsi quando lui s’interruppe, sollevando il viso da lei e lasciandola umida, pulsante e frustrata. Non le diede il tempo di riprendersi, perché spostandosi ancora una volta portò le ginocchia ai lati del suo torso e spinse il bacino in avanti posandole la punta del cazzo sul volto. L’invito era chiaro, Abir con il cervello si snebbiava grazie alla brusca interruzione del piacere. Avvolse le dita d’una mano intorno al cazzo cercando di dedurne le dimensioni e la forma nel buio, mosse la mano su e giù strappandogli un sibilo, si ...