1. 04 – L’addestramento delle Amazzoni (Parte 1)


    Data: 03/10/2023, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Autore: ivofosco, Fonte: RaccontiMilu

    ... inserito nel collare della sodomizzanda registra tutti i suoni provenienti dalla sua bocca, dalle suppliche, al pianto, alle urla. Il file così registrato viene utilizzato da una nota casa di produzione di film porno specializzata nelle serie “First Time”. Sostituendo, in fase di doppiaggio, le ridicole grida emesse dalle pornoattrici, con quelle di una reale deflorazione si da maggiore credibilità all’atto della prima sodomia. Una volta spremuti come limoni i sederini delle schiave vengono preparati a ricevere i cazzi semiduri dei loro padroni. Le ragazze devono indossare speciali mutande che hanno al loro interno un pene finto che viene inserito nel culo. Devono tenerlo tutto il giorno e dopo un determinato periodo di tempo, si sostituisce con uno di diametro maggiore. La contessa per la mia Ariane non ha scelto questa procedura. Io che non ho problemi di erezione ho piacere nel far passare la mia cappella in un buchino elastico e tonico. Mi piace sentire lo sfintere che si richiude al suo passaggio. Uso i plug solo per procurarle dolore durante il passaggio e per l’imbarazzo e il fastidio che le provocano. Tutti i plug che uso hanno la parte che rimane intrappolata nello sfintere non più larga di un 1,5 centimetri. I piattelli sono dei veri e propri capolavori di oreficeria. Il mio preferito è quello che al posto di essere tondo ha una sottile striscia larga due centimetri che si spinge in avanti allargandosi a ventaglio fino a coprire le labbra della vagina. Una sorta di ...
    ... cintura di castità in lucente oro rosa ornato da rubini e diamanti. Ovviamente per farlo aderire bene alla vagina la parte inserita nel culo ha una forma particolare, lunga, angolata e particolarmente spessa che viene mal tollerata da Ariane. Mi piace farglielo indossare in occasioni galanti e vedere il fastidio e l’imbarazzo nei suoi occhi. Fatta colazione ci recammo in aperta campagna dove il Conte Romero aveva la sua tenuta. Era un enorme ranch dove venivano allevati magnifici esemplari di cavalli andalusi. Il Conte era stato avvertito da Yelena del nostro arrivo; ci accolse personalmente e ci fece visitare l’azienda, le stalle, il galoppatoio, la nursery. Tutto era di una pulizia estrema, immerso nel verde e circondato da aiuole fiorite. Ci offrì un bicchiere di manzanilla e, interpretando la mia perplessità, mi disse che quello che volevo visitare si trovava poco lontano dalla fattoria. Salimmo tutti e tre su un kart elettrico e ci dirigemmo verso una zona completamente delimitata da una alta siepe che ne oscurava la visione dall’esterno. Attraversato il cancello, vidi che si trattava di una fattoria. C’erano diverse abitazioni, stalle, un maneggio dove in quel momento due amazzoni cavalcavano elegantemente. Don José mi disse che quelle fanciulle, vestite impeccabilmente, con i capelli raccolti in una lunga treccia, con il tronco eretto, erano al termine dell’addestramento. Danzavano in sincronia con il cavallo senza mai posare il sedere sulla sella, avevano raggiunto la ...
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