Colpa del treno - Racconti Erotici

Colpa del treno

Per un problema al cambio dell'auto questa mattina ho dovuto prendere il treno. Erano anni che non succedeva e la cosa non mi mancava per niente. Per percorrere su rotaia i pochi km che separano Milano dalla mia città è necessaria almeno un'ora di calvario. Soprattutto se il treno è quello del mattino, strabordante di pendolari, impiegati e studenti. Da quasi 10 anni a questa parte non è cambiato nulla. Decine o forse centinaia di persone si ammassano sui pochi vagoni disponibili stipandosi all'interno delle carrozze come sardine, ma in s**tole sporche, con i finestrini spesso sigillati e senza aria condizionata. Così salgo e trovo un posto, in piedi, di fianco ad un gruppo di universitarie con la testa chinata sui libri intente a ripassare. Appoggio la mia borsa in terra, in mezzo ai piedi, e prendo il cellulare; devo rispondere ad una mail che mi è arrivata la sera prima alla quale non ho fatto a tempo a rispondere. Quando accendo il telefono però vedo l'icona di whatsapp segnalarmi l'arrivo di un nuovo messaggio. Sento il cuore avere un sobbalzo. Potrebbe essere un suo messaggio. Ovviamente mi sbaglio, a scrivermi è un amico che mi chiede conferma per una cena la domenica sera. Però ormai il pensiero è tornato a quella fantasia e mi sono già dimenticato della mail a cui dovevo rispondere. Solo il pensiero di ricevere un suo messaggio però mi accende la fantasia e sento l'eccitazione che inizia a gonfiarmi i pantaloni. Il gruppo di studentesse è ancora concentrato nello ...

... studio. Spero non si accorgano di nulla e con una certa nonchalance provo a sistemarmi il pacco che ormai, ne sono quasi certo, risulta piuttosto evidente. Mi costringo a calmarmi, a pensare che tanto non succederà mai, e cerco di evitare che quello che è già evidente agli occhi di chi guarda risulti ancora più evidente ma è un totale fallimento. Il pensiero continua a correre e quasi senza accorgermene mi ritrovo a guardare qualche sua fotografia con una totale erezione nei pantaloni. Penso a quanto sia stupido pensare che lei possa scrivermi. In fondo sono uno sconosciuto eccezzione fatta per qualche fugace chat. I chilometri e le stazioni passano velocemente. Mi dimentico delle studentesse e della mia erezione sicuramente molto evidente. Poi mi accorgo di essere arrivato in stazione centrale e ritorno alla realtà. Mi domando come farò a scendere evitando che tutti possano vedere la mia eccitazione. Così mi chino in avanti per raccogliere la borsa che, nelle mie intezioni, servirà da protezione per nascondere la mia virilità. Quando però distrattamente guardo avanti vedo le ragazze che scambiandosi sguardi di intesa e risatine fanno finta di fotografarsi a vicenda e due due queste, quelle vicino al finestrino, che abbassano di colpo il cellulare come a non farsi beccare. Capisco in un attimo quello che stavano facendo e sento il mio volto arrossire per l'imbarazzo e l'eccitazione crescere nei miei pantaloni. La gente si alza in piedi, ormai è arrivata l'ora di scendere, e tra ...