la mia amica Marisa
Data: 21/06/2023,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: heirich, Fonte: xHamster
... bene, comunque la decisione è presa: qui a casa non li metterò mai per uscire ma sono soddisfatta ugualmente” decretò e mi parve attendesse una conferma da parte mia. “Pazienza” le risposi con falsa delusione: “Vorrà dire che mi accontenterò di vederti in foto con indosso quelle cosette” ,al che lei riprese: “Ma cosa vuoi che mi faccia fare delle foto; e poi perché”.
Io, a questo punto, l’incalzai: “Me l’avevi promesso però, anche perché mi hai sempre detto che ti interessava il mio parere”. Lei sorrise (il gioco fra noi , perché ormai di gioco si trattava, era in pieno svolgimento; ora bisognava capire chi avrebbe fatto la mossa successiva) rimanendo in silenzio e lanciandomi uno sguardo (almeno così mi sembrò) che mi parve un esplicito invito a proseguire la conversazione sull’argomento. Tergiversai ancora facendole però capire che sarei rimasto amareggiato se non avessi potuto ammirare questi “benedetti” parei che mi avevano così tanto incuriosito ed erano diventati ormai un’ossessione . A questo punto Marisa fece la mossa che non mi sarei aspettato, ma che tanto avrei desiderato facesse, esclamando nei miei confronti: “Va bene. Se proprio ci tieni a vederli, vieni da me quando vuoi che te li mostro”. Era ben di più di quanto avessi potuto sperare, tanto che dovetti deglutire mentre il cazzo dette segni di impazienza. “Domani pomeriggio, se per te va bene, verso le 14 sarò da te” dissi subito,anche per evitare che ci ripensasse, e (ormai dovevo buttarmi) aggiunsi: ...
... “Certo che però, a questo punto, vorrei vederteli indossati”, al che lei immediatamente rispose, anche un po’ maliziosamente: “Se fosse stato solo per farteli ammirare così, li avrei portati qui al bar , invece vorrei proprio che, disinteressatamente, mi dicessi come mi trovi, anche per evitare di fare la figura del pagliaccio in giro”. “E’ fatta” pensai “Domani me la faccio” mentre il cazzo mi si indurì al massimo, tanto che dovetti spostarmi più volte sulla sedia per non sentire dolore e per non farmene accorgere. Quando ci salutammo con la conferma per l’indomani, ripensai a quanto e a come tutto ciò fosse successo e, se da un lato la speranza di scoparla fu la logica deduzione del susseguirsi degli eventi, dall’altra il raziocinio mi fece riflettere, per cui si fece largo in me la convinzione di non illudermi più di tanto; in effetti, visti i nostri attuali rapporti, avrei anche potuto aver frainteso le sue parole, forse veramente Marisa avrebbe voluto un parere spassionato, forse aveva bisogno di qualcuno che confermasse le sue convinzioni. Decisi quindi di aspettare l’evolversi degli eventi e comportarmi di conseguenza; ora sarebbe stata lei a dover fare la prima mossa. Il giorno seguente l’appartamento di Marisa mi accolse nella penombra dovuta alle persiane accostate (eravamo in pieno luglio e il sole era a picco). Mi accomodai in salotto e lei, con indosso una vestaglietta sbracciata e in ciabatte, mi offrì un tè freddo. Intavolammo un discorso che effettivamente a ...