Un amore molto particolare
Data: 19/06/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Voldenuit, Fonte: Annunci69
Io e lei ci siamo incontrati per caso, senza sapere che coltivavamo, relegata nei sogni più intimi e segreti, una comune e travolgente passione.
Lei, Magda apparteneva alla ricca borghesia cittadina. Indossava abiti di sartoria e da qualsiasi suo gesto, da ogni sua parola, sempre attenta e misurata, traspariva una aristocratica eleganza.
Viveva sola ad eccezione della presenza di una cameriera che ogni mattina svolgeva le incombenze domestiche.
Diventammo amici. A tutti e due piaceva parlare a lungo, lei accovacciata sul divano io seduto su una comoda poltrona. Mano a mano che il tempo passava le nostre confidenze sconfinavano sempre più frequentemente sfioravano quasi per caso le nostre rispettive vite intime. Sempre da parte di entrambi con molto garbo e con parole misurate. Un pomeriggio di inverno, era il suo settantesimo compleanno, il sole era ormai tramontato e il salotto era illuminato dalla luce calda di una antica lampada, ad una sua precisa domanda risposi che se dovevo definirmi in qualche modo avrei scelto la parola feticista. Feticista del corpo della donna, della sua pelle, delle sue rughe, delle smagliature dell’età, del suo profumo, del calore del suo alito. Ogni aspetto legato al corpo femminile mi eccitava terribilmente.
Notai che seguiva le mie parole con attenzione, sporgendosi verso di me per non perdere nessun suono. Deglutendo mi guardò negli occhi, come volesse rubarmi l’anima e disse, quasi in un sussurro “Ti piacerebbe annusarmi un pò, ...
... solo un pò però” Si spostò sul divano per invitarmi a sedere accanto a lei. Inarcò in avanti la schiena per abbassare la cerniera del vestito che si afflosciò sui fianchi. Fece scivolare le spalline della leggera sottoveste di seta liberando le mammelle sormontate da capezzoli scuri che creavano un delicato contrasto con la sua pelle chiara. Delicatamente mi accarezzò la nuca guidandomi verso di lei. “Non fare niente ti prego, annusa la mia pelle” Mi persi in una infinita carezza guidato sul suo corpo dall’olfatto. Aspiravo con voluttà l’aroma che proveniva dal suo petto. Poi sollevò un braccio scoprendo l’ascella ricoperta da peli neri. “Anche qui ti prego. Non mi depilo mai le ascelle e neanche mi depilo là dove tu puoi immaginare”. Mi sembrava di annegare nel suo profumo intenso. Lei guidava il mio percorso olfattivo tenendomi la nuca, sul seno, sull’altro seno, mi stringeva contro una ascella, poi verso l’altra e ancora nel solco tra le mammelle.
“Adesso però devi andare - disse ricomponendosi - questa sera ho ospiti e devo preparare loro qualcosa”.
Passò qualche settimana senza vederci a causa soprattutto dei miei impegni. Quando tornai da lei mi accolse intabarrata in una sciarpa di lana. Bevendo il tè mi disse che si era buscata un brutto raffreddore e il medico si era raccomandato che controllasse sempre la temperatura.
“Anzi ora che ci penso sono le cinque ed è ora di provarla”. Frugò in un cassetto per cercare il termometro e quando lo ebbe trovato slacciò ...