1. La casa del desiderio in fondo al vialetto


    Data: 12/04/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Mastersix, Fonte: xHamster

    ... ancora chiusa, ma già udivo un ticchettio di passi, disinvolti e decisi, avvicinarsi dall'altra parte dell'uscio. Ancora un attimo, e avrei saputo la verità. Per un momento avevo pensato che Piero mi avesse giocato uno scherzo di dubbio gusto, ma quando la porta si aprì rimasi di stucco, e la testa mi si svuotò di ogni pensiero, più o meno sospettoso.
    
    Lei mi stava di fronte. Piuttosto alta e muscolosa. Sembrava un eccitante miscuglio androgino di lottatore e di valchiria. Aveva spalle larghe e vita sottile, ma le gambe, lunghissime, erano molto femminili, di caviglia affusolata e di coscia soda. I capelli erano biondo cenere, e con treccine che mi ricordavano Bo Derek, nel film "10". Indossava una canottiera maschile nera e calzoni attillati di pelle, anch'essi neri, con una cinta a borchie, caviglie scoperte e piedi nudi in sandali aperti di cuoio, con tacco minimo di 12 cm. Aveva un bracciale molto alto, di pelle nera borchiata e una corda di cuoio avvolta a spirale, pendeva dalla sua mano sinistra. Portava un solo orecchino, molto vistoso, a forma di losanga, in oro rosso. Gli occhi erano talmente chiari da sembrare quasi bianchi, e parevano privi di espressione. Il viso pallido, era solcato ...
    ... dai segni dei vizi, passati e presenti. Certamente non poteva dirsi brutto, ma nemmeno particolarmente bello: largo, provocante, con la bocca arrogante laccata di un nero aggressivo, che lo rendeva simile a una maschera crudele. Il naso era piccolo, camuso. Una fascia di seta nera le cingeva la fronte, bassa e poco intelligente. Odorava di profumi orientali, acri e pesanti. Non mi sorrise, con quell'aria di viziosa depravazione poco controllata. Disse, con voce piatta: " cosa vuoi?".
    
    "Mi manda Piero" risposi tutto d'un fiato.
    
    La metamorfosi fu improvvisa e sorprendente. Gli occhi slavati, divennero di colpo vivi, liquidi, pieni di arcane luci sinistre, le labbra nere, scoprirono un sorriso bianchissimo di denti aguzzi, piccoli e perfetti, come quelli di una piccola pantera.
    
    "Tu sei uno nuovo" disse con un sospiro voluttuoso.
    
    "Io... ".
    
    "Uno schiavo nuovo". Pronunciò la parola "schiavo" con un tono sordo, pieno di voluttà, come se godesse al solo articolare quel termine.
    
    "Sì, sono il tuo nuovo schiavo" dissi in fretta, tremando di piacere e di paura insieme. La porta si chiuse alle mie spalle, con un tonfo secco, forte, quasi definitivo. Ed io andai ciecamente incontro al mio destino. 
«123»