1. Il ragazzo innamorato che si sentiva una troietta


    Data: 20/03/2023, Categorie: Trans Prime Esperienze Hardcore, Autore: evablu, Fonte: xHamster

    Cominciai a masturbarmi pensando a lui che avevo solo 13 anni e da allora, pur essendo passato un po' di tempo, non ho mai smesso di farlo, cioè non ho mai smesso di pensare a lui quando mi tocco. Mi innamorai perdutamente senza nemmeno rendermene conto e quando mi sfiorava raggiungevo il settimo cielo, pur non potendo farglielo capire né avendo il coraggio di confidarmi con nessuno.
    
    Solo una volta lo feci ma in chiesa e in confessione, perché sapevo che in quel caso il prete aveva il vincolo del segreto. Gli raccontai, mentendo, che un mio amico aveva questo problema. Il sacerdote mi sgamò immediatamente e mi fece un pistolotto interminabile, cercando di convincermi che l'omosessualità era un peccato grave. Io risposi quasi piangendo di non sentirmi omosessuale ma di essere innamorata, con la a finale, come una donna del proprio uomo. Pensavo e sentivo come una ragazzina e avevo preso la classica cotta per il bello della classe, cioè lui. E pazienza se per il prete era solo un rapporto contronatura e non di amore.
    
    La mia timidezza e la mia paura mi impedivano di dichiararmi, anche quando lui, un po' per scherzo e un po' con malizia, mi palpeggiava le tante parti morbide e rotonde che la natura mi aveva donato, facendomi sentire ancora di più femmina, oltre che nella mente, anche nel corpo. Mi sentivo tanto troietta, quando nelle mie fantasie immaginavo rapporti sessuali completi con lui e anche con altri ragazzi, in alcuni casi contemporaneamente con più di uno o due ...
    ... maschi. Tutte persone reali, che conoscevo, ma quando dovevo godere mi veniva sempre di fronte l'immagine dei suoi capelli rossi e delle sue lentiggini, del suo sorriso coinvolgente e dei suoi occhiali da intellettuale. Godevo con altissimi schizzi, come una cagnetta in calore: mi sentivo ed ero tanto porca.
    
    Per aiutarmi nelle mie fantasie usavo scrivere delle storie immaginarie di sesso con lui, per eccitarmi, e poi quando mi diventava duro e mi toccavo il pisellino (che non è mai stato troppo grosso), distruggevo tutto, subito dopo essere venuto, o forse dovrei dire venuta. Una volta però dimenticai il foglio dentro il diario e in un pomeriggio di studio a casa sua, mentre io ero in bagno (perché dopo un po' che gli sedevo accanto sentivo il bisogno di andare ad accarezzarmi il piccolo seno e di infilarmi un ditino nel culetto), lui si mise a curiosare tra le mie cose, per gioco ma anche con intenzione, e quando tornai lo trovai e che aveva letto l'ultima storiella in cui lo chiamavo col suo vero nome, perché mi eccitavo nel pronunciarlo: Giovanni.
    
    In quel momento mi resi conto che non c'era più cosa dire di fronte al suo sguardo interrogativo e imbarazzato. Mi sedetti, ma più che altro dovrei dire che mi sfasciai sulla sedia; mi sentivo uno schifo e mi veniva da piangere. Lui se ne accorse e teneramente mi fece una carezza su una guancia. Poi, dopo che rimanemmo almeno cinque minuti in un silenzio pesantissimo, mi confidò quasi sottovoce: "Potevi dirmelo... anche io ...
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