1. Giornata di pioggia - Capitolo 2


    Data: 31/01/2023, Categorie: Masturbazione Prime Esperienze Gay / Bisex Autore: aramis45, Fonte: xHamster

    ... mentre finivamo il purè.
    
    Dopo cena seguii Giorgio in soggiorno e ci sedemmo sul divano. Restammo in silenzio per un po’ mentre lui guardava il temporale fuori della finestra.
    
    "Penso che dovrei andare a casa." Alla fine disse sottovoce.
    
    "Cosa? Sei matto? " Chiesi, sorpreso. Non volevo riportarlo a casa. “Non pensi a come sarà incazzato se torni così tardi?"
    
    "E come sarà incazzato se non torno per niente!" Disse Giorgio.
    
    "Non puoi andare." Dissi io.
    
    "Devo.”
    
    "Io non ti porterò."
    
    "Posso andare a piedi." Fece una pausa. "Ascolta... grazie per tutto quello che hai fatto per me. Tu e tua mamma. L'apprezzo veramente. Ma devo veramente tornare a casa."
    
    “Non c'è modo che possa impedirti di andare?" Chiesi... infelice.
    
    Lui scosse la testa.
    
    "Se non posso fermarti, posso almeno evitarti la passeggiata sotto la pioggia" Sospirai rassegnato. Feci una pausa. "Ascolta... Gio... se hai bisogno di un luogo dove andare... se tuo papà impazzisce... tu sei più che benvenuto qui. Questo è il luogo per te."
    
    "Grazie" Sorrise.
    
    Rimanemmo seduti per un po’.
    
    "Pensi di dover chiamare tuo papà prima?" Chiesi.
    
    "Sì", lui sospirò, "Probabilmente è una buona idea. Diamogli un po’ di tempo per raffreddarsi prima che io ritorni a casa."
    
    Lo condussi ad un telefono, lui compose il numero... aspettò alcuni secondi mentre il telefono suonava. Poi, "Ciao... Papà?... "
    
    "Dove cazzo sei, ragazzo?" Sentii suo papà gridare anche se ero a tre metri dal telefono.
    
    "Mi ...
    ... spiace, papà" Cominciò a balbettare Giorgio: "io... io ho incontrato un ami... "
    
    "Cosa cazzo stai facendo! Porta subito a casa il tuo culo!"
    
    E sentii il rumore del telefono sbattuto giù.
    
    Alcune lacrime scesero sulle guance di Giorgio. Rimase fermo per un po’... ammutolito ed inattivo. Lasciò che il telefono gli scivolasse sulla spalla. Dopo un momento... l'appese lentamente.
    
    "Credo che faremmo meglio ad andare", bisbigliò Giorgio... la sua voce era la personificazione della paura.
    
    "Sei matto? Un minuto fa stavo per portarti a casa... ma dopo avere sentito... non devi assolutamente lasciare questa casa. Resterai qui, Giorgio stasera."
    
    “Ma lui vuole... " Cominciò Giorgio. "E se chiama la polizia?"
    
    "Possiamo chiamare l’Associazione per la difesa del bambino. Se racconti come ti tratta... " Giorgio mi interruppe...
    
    "Ma lui è il mio papà."
    
    "Che genere di padre è uno che tratta così suo figlio?" Chiesi.
    
    Giorgio non aveva risposta.
    
    "Andiamo, Gio" Gli dissi mettendogli un braccio intorno alle spalle... abbandonando l’espressione grave ed adottando un tono più gentile. "È tardi. Che ne diresti di andare a letto?"
    
    Lui sospirò, sorrise (una specie di sorriso), e si asciugò una lacrima sulla guancia. "Non mi sembra male." Fece una pausa. "Dove dovrei dormire? Sul divano?"
    
    "No... il nostro divano non è a letto. Non va bene per dormire", e scossi la testa. "Non abbiamo sacchi a pelo..." Feci una pausa: "Giorgio... se l’idea non ti infastidisce, puoi ...
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