1. La tesi, 3 - esercizio motivazionale


    Data: 28/01/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: Calidamanus, Fonte: Annunci69

    ... ventina di minuti rientro, ma da una seconda porta, posizionata alle sue spalle. Mi faccio avanti con passo felpato e mi accorgo che anziché scrivere sta guardando il suo telefono.
    
    Mi avvicino e lo prendo per l'orecchio, torcendoglielo un po'.
    
    “Ahi, ahi!”, protesta.
    
    “Dunque è così che mi obbedisci? Non devi distrarti e ti sei messo a guardare il telefono? Mostrami subito cosa guardavi”, gli intimo.
    
    “Ma io...”.
    
    “Niente ma”, taglio corto aumentando la torsione dell'orecchio.
    
    Mi porge titubante il telefono e vedo sullo schermo una chat di grindr in cui qualcuno gli ha mandato un uccello duro.
    
    “Quindi è a questo che pensi quando dovresti studiare”, commento. “Non solo non fai quello che ti dico, ma ti intrattieni con qualche sconosciuto pervertito. Ora vediamo un po' a che punto eri arrivato con il tuo esercizio, così vediamo quanto dovrò punirti”.
    
    Dal mio computo risulta che Alessandro sia arrivato a duecentodue volte.
    
    “Non eri nemmeno a metà e ti sei permesso di fare altro? Ne mancano in pratica trecento... Ora, apri quel mobile”, gli dico, indicando un armadio davanti a lui.
    
    Alessandro apre l'anta e trova una rassegna di strumenti per sculacciare: fruste, cinghie, palette, righelli, spazzole, tutti numerati e catalogati.
    
    “Portami la numero 6”, gli dico con calma.
    
    “Ma... sarebbe...”, dice sgranando gli occhi.
    
    “Sì, la canna. Il modello che ho scelto per la tua punizione, se vuoi saperlo, è in legno di rattan. Come vedi, è lunga circa 80 ...
    ... centimetri e spessa 10 millimetri. Noterai che è in grado di infliggere dolore anche colpendo da sopra la stoffa”, gli spiego compiaciuto.
    
    “Dunque, diciamo che per ogni dieci frasi che non hai copiato, ti spetta un colpo di canna”, decreto. “Fanno trenta colpi, che spero prenderai come un uomo, senza peggiorare la situazione. Ora, bacia la canna e dammela, poi chiedi la tua punizione”.
    
    Lui mi guarda stupito, mentre il rigonfiamento dei lederhosen tradisce la sua eccitazione.
    
    Bacia la canna, deglutisce e mentre me la porge dice: “Signore, merito di essere punito, lo farebbe per me?”.
    
    “Volentieri Alessandro”, rispondo. Delicatamente lo prendo per la nuca e lo guido nel poggiarsi col busto sul tavolo dove prima scriveva.
    
    Allontano la sedia e gli chiedo di aprire le gambe il più possibile.
    
    “Conta ogni colpo, altrimenti te ne darò di più”, gli chiedo ancora.
    
    SWITCH! SWITCH! SWITCH!
    
    Il sibilo della canna viene appena smorzato dal cuio dei lederhosen: sto colpendo il suo culetto, so che sente il dolore anche se non fortissimo.
    
    Lui doverosamente conta, anche se vado avanti più velocemente e fatica un po' a starmi dietro.
    
    Arrivati a dieci, decido che è il momento di rendergli le cose più difficili: anziché il sedere schermato dai lederhosen scendo sulle cosce, e ci metto forza.
    
    “Aaaah!”, grida lui, quasi indignato da quel nuovo dolore. Poi si ricorda: “Undici!”.
    
    I segni rossi si fanno strada sulla morbida carne di quelle cosce snelle.
    
    Arrivati a ...