Trasformazione: diventare una cagna
Data: 23/10/2022,
Categorie:
Trans
Autore: paolo2011, Fonte: Annunci69
... il clitoride della puttanella, mi mostrava il suo membro grosso e lungo nelle video chat che avevamo iniziato a fare subito dopo il primo contatto. Mi raccontava che mi avrebbe messo al guinzaglio e mi avrebbe scopato come una vera femmina in calore. Alle femminucce piace sentire la conferma che non sono uomini veri. Mi chiamava Marco, Marchetta, mi diceva che il mio nome era già il destino della mia vita, che avevo un culo femminile e un piccolo clitoride da femminuccia.
Poi un giorno aveva iniziato a chiamarmi Samantha, con l’acca, come una vera troia diceva, e quando mi rivolgevo a lui lo dovevo sempre chiamare Signore, Padrone, … e se non lo facevo mi prometteva di punirmi, di sculacciarmi. Mi teneva sempre sotto pressione, eccitato, euforico per la sua attenzione; da vera femminuccia io godevo delle sue attenzioni, delle attenzioni di un uomo vero che si prendeva cura di me. Mi sparavo delle seghe colossali, stavo duro e infoiato per ore e ore nella mia cameretta, avevo comprato online un dildo rosa e una bottiglietta di popper, di nascosto usavo la biancheria intima di mia sorella.
Paolo voleva tenermi legato a sè, sapeva che il giorno che avessi trovato il coraggio, sarei andata in qualche locale, in qualche sauna e mi sarei fatta scopare da tutti; il mio padrone sapeva la vacca che c’è in me, sapeva che dopo qualche settimana di video ipnotici, di chat, di vibratori, di popper e di seghe, di insulti ma anche di complimenti e di lusinghe, ero pronto per ...
... incontrarlo davvero.
Successe tutto molto semplicemente, ci siamo dati appuntamento in macchina una sera, in periferia a Milano; Paolo era alto, con un po’ di pancia, i capelli brizzolati e portava dei vestiti neri, anfibi e mascherina sul viso. Aveva una jeep enorme!
Semplice e facile, mi prese il volto con la mano, mi accarezzò afferrandomi il collo e sentii un brivido caldo lungo la schiena, si abbassò la mascherina e mi sputò in faccia, poi, mentre la saliva colava sulla mia guancia forzò la mia testa verso il suo inguine, aveva il cazzo già fuori dai pantaloni, un membro di tutto rispetto, almeno 23 cm di carne viva e pulsante, aprii la bocca e lo inghiottii come la vera cagna che ero e che sarei diventata.
È qui che la maggior parte delle femminucce vuole scappare, questo è il momento in cui ci si rende conto di aver attraversato il confine tra le perverse fantasie e la realtà: il sapore vero del cazzo, l’odore delle palle sudate, l’adrenalina che corre nel corpo, la voglia e la paura. Paolo, da vero esperto, prese il suo cellulare e mi fece una fotografia con il suo cazzo in bocca: “Lo vuoi, vero? Tranquillo, condivido questa foto con alcuni amici intimi, non preoccuparti!” Ho detto di sì, una semplice foto di me in ginocchio mentre succhio il cazzo è stata la chiave di tutta la mia schiavitù. L’ha fatto ogni volta poi, mi ha anche filmato mentre un gruppo di suoi amici mi stuprava, ma questa è un’altra storia.
La castità è un altro modo che Paolo ha usato per ...