1. Il cuoco – 3


    Data: 16/10/2022, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... allontanò dalla fanciulla quando ormai era davvero troppo tardi, e dalla cappella un’ultima goccia ritardataria, non più sospinta con forza dai movimenti dei muscoli pelvici, si limitava a colare lentamente verso il basso. “Chiara, mio dio, mi… mi dispiace!”. Lei non sembrò affatto farsene un problema: anzi, si sporse in avanti, le braccia ancora legate dietro la schiena, il viso con la sborra che le scivolava lungo le gote e le labbra, fino sul collo e verso le piccole tette. Allungò la lingua, intercettando la goccia di seme, risalì fino alla punta del cazzo, che chiuse tra le labbra. I suoi occhi si posarono in quelli di Marco mentre, con un risucchio, suggeva il seme del fratello che era rimasto nel suo meato, ringraziandolo con lo sguardo. Quando, soddisfatta, si allontanò dal membro, passando la punta della lingua per prendere le gocce che stavano colando sulle sue labbra, sorrise. – Grazie, Marco – disse con la sua voce vellutata. – Ora che ho bevuto la tua sborra, sono guarita dalla mia timidezza. Marco aprì gli occhi sconvolto, inorridito. Si guardò la mano mentre, sullo schermo, il viso di Tori Black veniva impreziosito dall’esplosione di passione del suo partner: la sborra della sega colava tra le sue dita, come sangue bianco scaturito da una coltellata. – Cazzo – sussurrò, guardando per la prima volta disgustato il suo stesso seme. Era solo una fantasia erotica che era deragliata in qualcosa che non avrebbe mai voluto, lo sapeva benissimo, ma l’immagine di sua ...
    ... sorella nuda, sottomessa, il volto cosparso del suo stesso sperma, era qualcosa che lo aveva sconvolto. Colpa di quella troia di Cinzia, ne era sicuro. Cinzia e quelle sue stronzate per rendere le sue seguaci delle puttane come lei. “Bastarda.” Marco spense il tablet, ormai senza interesse per il video porno, e si alzò in piedi, sollevandosi con la mano pulita i pantaloni e le mutande. Ascoltò il suono della casa, cercando di capire se Chiara fosse ancora a letto o si fosse svegliata e alzata, magari per andare anche lei in bagno. No, nessuno si muoveva. Si avvicinò alla porta e l’aprì silenziosamente, passando per il breve corridoio illuminato solo dall’abatjour sul suo comodino. La camera da letto dei genitori, vuota, aveva la porta accostata, mentre quella della stanza di Chiara era chiusa e silenziosa. Ma se fosse uscita in quel momento e lo avesse trovato lì, mentre si muoveva per l’appartamento come un ladro, con la mano impiastricciata? Non riusciva a smettere di immaginarsela mentre la prendeva, la portava alle labbra, e dopo essersi riempita le nari dell’odore di seme, iniziava a ripulirla con la lingua, silenziosa e solerte. “Lasciagliela lappare, così potrà diventare una mia pari!” rise nella sua mente la voce della troia. – Vaffanculo! – sibilò Marco, mentre s’infilava nel bagno e si puliva velocemente sotto il getto del lavandino, guardando il suo seme scomparire nello scarico in un turbine di acqua. Quella sera, capì, una sega non sarebbe riuscita a donargli il ...
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