1. Sonia oggetto


    Data: 18/08/2022, Categorie: Anale Dominazione / BDSM Masturbazione Autore: MisAlys, Fonte: xHamster

    “Tu sei mia adesso, Sonia cara, sei mia, e per almeno tre buoni motivi:”
    
    La Sua voce la fece trasalire, e riaffiorò da quel torpore ospedaliero in cui era ancora immersa, con un terribile sapore amaro in bocca.
    
    “Primo, perché sei in Mio potere, completamente e senza alcuna possibilità di fuga, te ne renderai conto col tempo, ed Io intendo esercitare questo potere a fondo, come scoprirai presto invece…”.
    
    È solo a quel punto che le cose attorno a lei cominciarono a rivelare l’assoluta atipicità della situazione: La stanza attorno a lei non era più quella dell’ospedale… Era da qualche altra parte… Ma dove?
    
    E poi le cinghie di costrizione, non erano come quelle che lei già conosceva: I suoi polsi erano fissati in alto, non di fianco a lei. Sonia era legata a braccia larghe sopra la testa, ai lati della spalliera del letto: era legata per essere esposta, non per essere contenuta!
    
    Il letto, come quelli dell’ospedale, era piegato verso l’alto alla mezzeria e le sollevava di circa 30 gradi tutta la schiena, la testa e le braccia.
    
    Ed anche le sue gambe erano legate in modo strano, mai provato in nessun ospedale prima di allora, neppure quando era in crisi isterica: le sue caviglie erano legate alle barre laterali del letto, ed altre due cinghie passavano attorno alle sue cosce, subito sopra il ginocchio, tenendole sollevate e ben allargate, costringendola così ad assumere una posizione tanto oscena quanto umiliante, un po`da partoriente, peggiorata ulteriormente ...
    ... dalla sensazione della camicia da notte ospedaliera che a causa della posizione a gambe larghe le era risalita leggera fino all’altezza delle mutandine… Mutandine che però non indossava più, qualcuno, forse nella sua stanza d’ospedale, forse lì, dovunque si trovasse, gliele aveva tolte. L’unico effimero conforto le veniva dalla protezione offerta dalla coperta, per quanto fosse una copertina molto leggera e fosse tirata solo fino a mezza vita o poco più su.
    
    “… Secondo, perché ho rischiato molto in prima persona quando ti ho rapita dall’ospedale per portarti qui…“.
    
    Rapita? Era stata rapita? No! Non poteva essere vero! Non era vero! Sonia si rifiutava di crederlo, nonostante l’evidenza della situazione, ma la cosa che le fece definitivamente realizzare il fatto di essere stata rapita era il bavaglio, quello strano bavaglio che aveva sulla bocca, e dentro la bocca: uno strano inserto rugoso dal sapore di caucciù la invadeva fino all’altezza dei molari. Era così grosso che Sonia era costretta a tenere la lingua schiacciata in basso e… la sua lingua! Le faceva male la punta della lingua! Era attaccata a qualcosa ! non poteva ritirarla indietro!
    
    La sua lingua era stata perforata! Un piercing o qualcosa di simile gliela trapassava e poi era ancorato da qualche parte… Sì… la lingua era ancorata al bavaglio ! Poteva sentire un filo o cos’altro che gliela teneva distesa.
    
    Un’ondata di paura raggelante percorse improvvisamente tutto il suo corpo e dalla sua gola scappò un lungo ...
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