1. Le passioni di Katy


    Data: 14/08/2022, Categorie: Feticismo Hardcore, Maturo Autore: antonioeffe80, Fonte: xHamster

    ... riabbassando la veste ed accavallando le gambe.
    
    “Dai, non fare l’egoista – protestai – rialza la gonna e fammela vedere!”
    
    Sorrise, soddisfatta e, accertandosi che in giro che non ci fossero spettatori inopportuni, riaprì lentamente le gambe e risollevò la gonna.
    
    “Mi hai fatto venire l’uccello duro come un legno! - le dissi – Dai, apri un po’ la figa con le dita.”
    
    Abbassò anche l’altra mano fino a che, con due dita, riuscì a divergere le piccole labbra; io la guardavo inghiottendo a fatica la saliva.
    
    Iniziò lentamente, quasi impercettibilmente, a roteare le due dita sul clitoride e muovendo le anche sulla sedia; sbuffò, alzando leggermente la testa verso l’alto e soffiando fuori l’aria.
    
    Si fermò, ricomponendosi e guardandomi soddisfatta.
    
    “Che troia, che sei: mi hai fatto eccitare così tanto che ancora un poco mi sborro nelle mutande.”
    
    “Vedi, - ridacchiò – questa è una cosa che noi donne possiamo permettercelo e voi no!”
    
    “Che cosa?”
    
    “Venire, senza farci scopare: ho avuto un orgasmo!”
    
    “Ma dai?!”
    
    “Certo: sono tutta bagnata!”
    
    “Ma figurati!”
    
    Diede ancora un’occhiata in giro e si infilò una mano sotto la gonna; la estrasse e, piegandosi verso di me, avvicinò il dito medio infilandomelo in bocca.
    
    “Senti? - mi chiese; il dito era bagnato e odorava di figa – E dovresti vedere come è ridotta la mia passera: completamente fradicia!”
    
    Rimasi sbalordito ad osservarla che sorrideva, soddisfatta.
    
    “Davvero! - continuò, meravigliandosi del mio ...
    ... stupore – Guardala un po’, se ce la fai!”
    
    Ero intontito da tale offerta; mi tolsi l’accendino dalla tasca dei jeans, smoccolando a causa della turgidità del mio uccello e che mi impediva una manovra veloce. Piegato leggermente in avanti, accesi la fiamma ad una spanna dalle ginocchia della ragazza, lei allargò le cosce e sollevò ancora la gonna; la figa era socchiusa e gocce di liquido luccicavano sulla parte esterna delle piccole labbra: restai per una decina di secondi ad osservare quello spettacolo estasiante!
    
    Spensi la fiammella, raddrizzandomi e massaggiandomi l’uccello che stava per esplodere.
    
    “Basta! – dissi sconfortato – Basta, non ce la faccio più: ti va bene se non ti saldo addosso e di trombo qui, in mezzo alle case!”
    
    “E allora andiamo via di qui!” mi rispose seria.
    
    “Non ce la faccio – risposi – ho l’uccello talmente duro che, con questi pantaloni attillati, si vedrebbe a chilometri.”
    
    “Vado io davanti, così tutti guarderanno me!” rispose decisa e alzandosi dalla sedia.
    
    La seguii di qualche metro, impacciato nel movimento; buttai l’occhio sul suo fondoschiena e vidi chiaramente una macchia sulla gonna, all’altezza del suo culo: aveva sborrato abbondantemente, non mi aveva raccontato storie!
    
    Raggiungemmo l’auto che era parcheggiata in una viuzza fuori dal traffico; le aprii la portiera, come cortesia, ma più ancora nella speranza di vedere la gonna alzarsi e vederle nuovamente le cosce e la figa; stavolta mi andò male.
    
    Salii dalla mia parte ...