Botti e sigarette
Data: 27/07/2022,
Categorie:
Tradimenti
Autore: LoScrittore91, Fonte: Annunci69
... sigaretta. Per disperazione avevo smesso. O almeno, così gli facevo credere. La sigaretta proibita, di tanto in tanto, me la fumavo. A lavoro, quando ero incazzata. Per vendetta, dopo le litigate. Le occasioni me le creavo.
- Che lavoro fai? - chiesi buttando fuori il fumo dalle labbra.
- Lavoro per conto di un’azienda farmaceutica. Il mio sogno però è sfondare nella pallacanestro. Sono qui a Roma per un colloquio. Ce l’avevo ieri, ma lo hanno rinviato a dopodomani.
- Ecco perché stai da Claudia.
- Si. Anzi scusa se mi sono imbucato così, all’ultimo.
Sorrisi, scostando una ciocca di capelli dal viso.
- Tranquillo, nessun problema.
- Tu, invece, di cosa di occupi? - chiese facendo un ultimo tiro e spegnendo la sigaretta in un vaso.
- Faccio la segretaria in uno studio legale. Un lavoro noioso, monotono.
Lo imitai, buttando la cicca di sigaretta nel vaso. Incrociai le braccia e lo guardai mentre, dall’interno della casa, arrivavano le risate dei ragazzi.
- Non ti piace giocare alla playstation?
Sorrise. Infilò le mani nei jeans. Era molto attraente.
- Mi annoia. Preferisco fare altro. Correre, leggere un libro. Tutto pur di non stare ore fermo davanti alla tv.
Mi scappò una risata.
- Sei uno dei rari ragazzi che la pensa così, purtroppo. Marco ci passa almeno due ore al giorno. È una cosa che non sopporto, ma che nemmeno posso vietargli di fare. Non è un bambino e io non sono sua madre. – dissi con una nota di irritazione nella ...
... voce.
Non c’era solo quello. Nei mesi precedenti avevo cominciato a notare delle cose che prima, per qualche strano motivo, non riuscivo a vedere. Dettagli, piccole cose, che giorno dopo giorno diventavano sempre più insopportabili. Una piccola frattura che, se non guarita, rischiava di diventare una rottura irreparabile.
Con la famiglia e le mie amiche, recitavo un copione che avevo imparato a memoria. Marco è perfetto. Marco si occupa di tutto. Marco è pronto per avere una famiglia.
La voce dentro la mia testa mi diceva tutt’altro. Marco non è più alla mia altezza. Forse, merito di meglio.
- Da quanto conosci Claudia? – chiese Alessandro.
Mi morsi le labbra e socchiusi gli occhi, tornando indietro con la memoria.
- Dal liceo. Non mi ricordo se al primo anno o al secondo.
Parlai con lui per un altro po, resistendo al freddo che, in un'altra situazione, avrei usato come scusa per troncare la conversazione e tornare dentro.
Una volta in casa, fummo accolti dal caldo abbraccio dei termosifoni. L’orologio del salotto puntava le lancette sulle undici. Da lì a un’ora esatta, infiniti fuochi d’artificio avrebbero colorato l’ultima notte del 2019.
Per ingannare l’attesa organizzammo una partita a Taboo. Maschi contro femmine. Li stracciammo alla prima e alla rivincita. Tra gli sfottò generali, e qualche risata, togliemmo il gioco e ci preparammo al brindisi.
Marco si preoccupò di prendere lo spumante in frigo mentre io cominciai a tirare fuori i calici ...