1. Senza replica


    Data: 12/07/2022, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... potei celare il mio imbarazzo e trattenni il fiato, non riuscendo a trovare parole adatte e convincenti per mascherare ciò che pensavo e abbassai lo sguardo, che cadde senza che me ne avvedessi sui suoi piedi. Lei sembrò sentirsi più a suo agio dopo questa silenziosa resa, di cui dovette intuire la ragione e per questo allungò un piede poggiandolo sulla mia gamba:
    
    ‘Per quanto possano essere belli i miei piedi, dubito che qualcuno possa provare per essi un desiderio simile a quello che nutre il protagonista del libro, tu non credi?’.
    
    In quell’istante divenne sempre più intricato e macchinoso per me padroneggiare le emozioni, in quanto avvertivo il tepore della pianta del suo piede raggiungermi e accarezzandomi attraverso i jeans, poi il desiderio crescente di poterli sfiorare non mi dava tregua. Ebbi la sensazione che lei volesse punirmi vendicandosi nel contempo dell’imbarazzo che le avevo procurato con le mie domande e che per questo continuava a insistere su quell’argomento, nonostante il mio prolungato silenzio:
    
    ‘Certo che dev’essere piacevole farsi coccolare i piedi, ma credo sia molto difficile trovare qualcuno che li ami a tal punto. E’ già raro riuscire a farseli massaggiare, figuriamoci un’adorazione e una dedizione di quel genere’.
    
    A quelle parole non fui più in grado di trattenermi e le accarezzai liberamente il piede, quasi come per dirle che se lo desiderasse poteva avere quell’adorazione e quella dedizione così profonda e ricca di passione. Lei ...
    ... allora tacque, trattenendo il respiro, come se quell’improvviso contatto con cui la sfiorai l’avesse magnificamente sorpresa:
    
    ‘La mia non era una richiesta’ – disse, mentre continuavo ad accarezzarle il piede, poggiando dopo poco anche l’altro sulla mia gamba come un allusivo e sottinteso invito per continuare.
    
    Io rimasi in silenzio, in fondo non c’era molto da dire, poiché mi sarebbe stato difficile parlare senza far tremare la voce, tradendo così l’intensità delle emozioni che avvertivo accarezzando la morbida pianta dei suoi piedi, scivolando sulle sue dita che fremevano di tanto in tanto peraltro riconoscenti di quel massaggio:
    
    ‘Non m’hai ancora detto il tuo nome’.
    
    Lei ormai aveva smesso di leggere e osservava la cura con cui le mie mani indugiavano in quelle carezze, di certo non le era sfuggito il rapimento del mio sguardo e il piacere che provavo:
    
    ‘Filippo’ – risposi io in modo languido.
    
    ‘Io sono Mercedes. Sei nuovo di queste parti, vero?’.
    
    ‘Sì, mi sono trasferito qua da pochi giorni’.
    
    ‘Lo immaginavo. In una piccola città come questa si conoscono tutti, anche solamente di vista e di certo mi ricorderei d’un bravo massaggiatore aggraziato come te’ – disse sorridendo, dandomi un piccolo buffetto sotto il mento con la punta del piede.
    
    ‘Hai già fatto amicizia? Qui sono tutti un po’ diffidenti e guardinghi verso i forestieri, ma in fondo sanno essere anche molto ospitali, seppure talvolta alquanto indelicati e invadenti con il loro modo di ...
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