Succube di matilda
Data: 10/07/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: cagliostrus, Fonte: Annunci69
All'età di 11 anni, in coincidenza dell'inizio del mio primo anno delle medie, con mia madre e mio fratello più piccolo, raggiungemmo mio padre, che già alcuni mesi prima aveva dovuto trasferirsi in una città del nord per motivi di lavoro. Quei mesi gli erano serviti a trovare una casa, adatta a tutta la famiglia ed ad arredarla convenientemente. Il mio dispiacere nel lasciare gli amici che avevo nel luogo d'origine fu subito dimenticato nel vedere l'edificio che mio padre, orgogliosamente, ci mostrò.
Era una nuova villetta a schiera, su tre piani di cui l'ultimo mansardato, con un ampio giardinetto davanti, su cui si affacciava una lunga veranda coperta che dava accesso alla casa. Era confinante con una seconda porzione contigua, identica ma speculare alla nostra, abitata da un'altra famiglia. Le due metà erano totalmente indipendenti e i due giardinetti separati da un basso steccato.
Nei giorni successivi facemmo conoscenza dei nostri vicini: erano una coppia abbastanza avanti negli anni rispetto ai nostri genitori e avevano una figlia di dieci anni più grande di me, che per un paio di anni ci fece da baby sitter dato che i miei, lavorando entrambi, ci lasciavano spesso da soli.
Si chiamava Matilde, studiava pianoforte al conservatorio e io mi incantavo a vedere le sue bellissime mani volare sui tasti, mentre seduto al suo fianco, mi inebriavo dell'odore che proveniva dalla sua persona. Per dirla tutta ero innamorato di lei. Ma presto partì: conseguito il diploma, ...
... con la sua bravura fu subito accolta in una orchestra importante e iniziò a fare tournée. Ci stetti malissimo per quasi un anno, la sognavo di notte e le dedicavo ogni goccia di sperma che pluriquotidianamente versavo col mio adolescente vigore.
Finché un bel giorno, avevo appena compiuto il mio sedicesimo anno, la vidi riapparire. I suoi non c'erano, erano a Milano dove la madre era stata operata per una malattia grave e Matilda venne da noi a prendere le chiavi di casa di cui sapeva mia madre custodire una copia.
Si era fatta ancora più bella ai miei occhi, aveva preso qualche chilo, soprattutto sul volto e sul seno, che sembrava, sotto il vestito leggero, una quarta abbondante. Più alta di me e in più con i tacchi, mi sovrasta di tutta la testa. Salutandomi mi arruffò i capelli e poi nel baciarmi la tempia sentii il suo seno appoggiarsi sulla mia spalla: com'era sodo e pesante! Ne ero intontito, e mia madre dovette chiamarmi due volte per dirmi di accompagnare Matilda portandole i bagagli: ”Su, fai il cavaliere!”, sentii tornando al presente.
Ero già abbastanza prestante da suscitare i suoi complimenti per non appoggiare mai le due pesanti valigie per tutto il percorso sin nella stanza di lei.
“Vieni”, la sentii invitarmi mentre titubavo nell'ingresso non decidendomi ad uscire da casa sua, “vieni in cucina che ci facciamo un caffè”.
Cominciai ad interrogarla sulle sue tournée, su tutti i paesi stranieri che aveva visitato, suonando per circa due anni.
Ed ...