1. La villetta ereditata


    Data: 10/07/2022, Categorie: Etero Autore: Alchimista, Fonte: EroticiRacconti

    ... sedere.
    
    La casa ereditata non era abitata da tanto tempo e la vegetazione non era stata curata, sicché c’erano grandi cespugli e l’erba alta non consentiva un agevole passaggio.
    
    Lentamente arrivammo alle spalle di un canneto, che costituiva la linea di confine col terreno adiacente, e, notando che Celeste camminava con difficoltà sul terreno sconnesso, istintivamente le porsi una mia mano per aiutarla.
    
    Lei accettò senza indugio l’aiuto inatteso e, mentre le nostre mani si toccarono, i nostri sguardi si incrociarono.
    
    Avvenne tutto in un attimo: Celeste lanciò il proprio corpo su di me e ci baciammo con foga. La sua lingua era calda, vellutata, le sue labbra erano morbide, saporite ed avide di piacere.
    
    Il suo corpo era attaccato al mio, con una mano le tenni la testa mentre l’altra non resistette e si intrufolò nei suoi jeans per palpare finalmente quel bel sedere.
    
    Sentii che anche le sue mani non riuscivano a stare ferme e, improvvisamente, una sua mano scivolò sui miei pantaloni all’altezza del pube, scoprendo che il mio membro non era rimasto indifferente dinanzi al vortice di passione nel quale entrambi eravamo precipitati.
    
    D’un tratto Celeste si staccò da me, come se nel suo cervello fosse scattata una molla improvvisa, mi guardò seria negli occhi per pochi secondi per vedere la mia reazione.
    
    Io le risposi con uno sguardo bramoso, la volevo.
    
    Lei lo percepì.
    
    Fulminea si inginocchiò e, senza proferire parola, abbassò la lampo del mio ...
    ... pantalone.
    
    Un attimo dopo il mio pene eretto si trovava stretto nella mano destra di Celeste, mentre con la sinistra si teneva alla mia gamba destra.
    
    La sentii mugolare di piacere e iniziò a leccare con abile maestria: la sua lingua calda si muoveva lungo tutto il mio pene aiutandosi con lenti movimenti della mano.
    
    La lasciai fare gustandomi il momento.
    
    La frequenza dei movimenti della sua lingua aumentò sempre più, fino a quando Celeste accolse tutto il pene nella sua bocca.
    
    Abbandonò la presa con la mano destra e la porse sulla mia gamba sinistra: ora Celeste si teneva in equilibrio avvinghiata alle mie gambe mentre continuava in una fellatio senza mani.
    
    Era bravissima e mi stava portando all’apice del piacere.
    
    Ma non era ancora il momento, non volevo ancora godere.
    
    Con violenza la staccai dal mio pene e la alzai, lei mi guardò incuriosita e quasi infastidita per averla interrotta.
    
    “Ora tocca a me!” esclamai ad alta voce.
    
    La baciai assaporando la sua saliva intrisa del sapore della mia verga. Poi la voltai, le misi la mia mano destra sul viso e le baciai il collo, mentre l’altra si faceva spazio sotto il jeans fino a raggiungere la sua intimità: la sua vagina, completamente depilata, era fradicia e iniziai a masturbarla con ferocia.
    
    Celeste iniziò a gemere: l’azione combinata della mia mano tra le sue gambe e dei miei baci sul collo iniziavano a produrre i primi goduriosi effetti.
    
    Le mie dita erano impregnate dei suoi umori. Sfilai la mano dai suoi ...