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ASIA PERVERSAMENTE ASIA
Data: 04/07/2022, Categorie: Anale Sesso di Gruppo Trans Autore: asiatrav82, Fonte: xHamster
Ci siamo incontrati in una strada di un quartiere popolare, presso il solito bar. Non ci vediamo da un mese...sono incontrati in una strada Siamo affamati di sesso....quando sale in auto smetto di pensare perdo tutta la mia razionalità,e che Pensa cosa sia meglio o peggio fare, quando sono con lui....Sento come un click e una parte di me stessa si stacca ed entra in stand-by...ci siamo incontrati perché lo volevamo, ma anche per caso. Messaggino dopo messaggino attraversando la città in lungo e il largo, ci siamo intercettati… in ogni momento lei pensava di riuscire a schivarlo ma ad ogni semaforo e ad ogni incrocio non faceva altro che avvicinarsi. «Sono in città tra mezz’ora se vuoi ti do una bella botta,» e poi mezz’ora dopo: «Sono al solito bar.» Io pensavo di passare solo a vederlo, intanto raggiungerlo, intanto arrivare fino da lui. Una forza magnetica mi ha guidato fino al bar dove mi aspetta, ma non mi dà il tempo di scendere o aprire bocca e sale in macchina. Io divento stupida e smetto di articolare pensieri e parole, lui con un sorriso beffardo tira fuori distrattamente i preservativi dal portafoglio. Io non sono più padrona delle mie azioni. Ho messo il pilota automatico e non parlo se non a monosillabi. «Non dovresti far salire sconosciuti in macchina, potrebbe essere pericoloso.» Si diverte. Anche io mi divertirei se fossi presente, ma non ci sono, la casa è vuota. È mezzogiorno di un caldo maggio cittadino. ...
... Il cielo è grigio e tutta la città in fermento vive la produttività metropolitana. «Dove andiamo?» «Ti porto io.» «Ma non ci sono luoghi tranquilli qui.» «Sì, vedrai, sottopassaggi luridi sotto la tangenziale.» «Ma io ho un po’ paura.» «Meglio.» Non ho paura davvero, non ho paura del lerciume della tangenziale, ho paura di me e della mia dissociazione. Ecco parcheggia davanti ad un piccolo parco miserabile, incastonato tra un edificio abbandonato e lo svincolo autostradale, popolato solo da un barbone sulla sua panchina che riposa ad occhi chiusi. Un campo da pallacanestro abbandonato, un giardino per cani recintato, panchine e ghiaia a ridosso della tangenziale est. «Non fare tutto questo rumore con quelle scarpe,» mi intima mentre io guardo le mie stupende scarpe col tacco nuove che ho indossato con tanta gioia stamattina. Lo seguo il più silenziosamente possibile, non vuole svegliare il barbone, a me sembra di giocare e arriviamo in cima alla salita nella zona più rancida e nascosta di questo parco soffocato dalla città. Preservativi usati, pezzi di cartaigenica, tracce di liquami umani dappertutto, se ne sentono il forte odore «Che schifo, solo due erotomani come noi potevano finire qui.» Sono una trav, penso io, se una cosa la devo fare la faccio, controllo le prospettive, lui si poggia contro un albero, io mi accuccio e finalmente prendo in bocca il suo cazzo. «Sei una troia,» mi dice, «quanto lo ...