Le voglie fotografiche del corunuto
Data: 26/05/2022,
Categorie:
Tradimenti
Autore: fantastico_scrittore, Fonte: Annunci69
Ho conosciuto Dario ad un pranzo di lavoro, grazie ad una conoscenza comune, in un freddo pomeriggio di gennaio. 50 anni portati bene, un grande senso dell’umorismo e l’unico difetto di toccarti mentre ti sta parlando, cosa decisamente mal sopportata dal sottoscritto. Per tutta la prima parte del nostro incontro parlammo di lavoro, confrontandoci su come i miei servizi si sarebbero potuti incastrare con le sue esigenze.
Oltre a chi ti mette le ‘mani addosso’, detesto pure i pranzi di lavoro, che ritengo poco produttivi, ma in quel caso i fatti smentirono la mia ipotesi. Concretizzammo qualcosa di ben strutturato prima del caffè. Quasi sul finire del pranzo mi chiese se avevo ancora 10 minuti di tempo, perché sua moglie Irene stava per raggiungerci, acconsentii anche perché non avrei potuto dire il contrario. Dieci minuti dopo ci raggiunse la moglie, che con modo carino e quasi timido si presentò a me, con una stretta di mano molto decisa per essere una donna, ed il classico ‘doppio bacio’ sulle guance, anticipato da un profumo che calzava perfettamente con personaggio; bella donna, magra ma con un fisico ben scolpito da ore in palestra, ed un bel modo di porsi. Non indossava reggiseno e la temperatura esterna aveva fatto il suo corso sui capezzoli che, se pur piccoli, svettavano fieri dal maglioncino a dolcevita. Evitai di indugiare su quel particolare, anche se per qualche minuto smisi di ascoltare il marito, che era diventato un fiume in piena. Il rossetto era stato ...
... rinnovato da pochi minuti, e le lunghe dita terminavano con unghie color rosso fuoco, decisamente ben lavorate. Parlammo per qualche minuto, e le raccontai le mie passioni e i miei hobby come di solito non mi capitava di fare, fino a quando Irene mi chiese l’età e il mese di nascita, partii dal mese presumendo che il suo desiderio era quello di capire il ‘segno zodiacale’ dicendo che ero di luglio. Luglio del 69. Sorrise dicendo:
“Anch’io sono del sessantanove”, disegnando nell’aria il sei ed il nove come se fossero sdraiati. Fattore che in effetti mi mise in imbarazzo.
Il marito sorrise dicendo che sono tutti creativi quelli di quell’anno, decantando le mie lodi verso la moglie rispetto a quanto ci eravamo detti prima.
Concludemmo il pranzo e Dario mi chiese di passare nel suo ufficio, che era a due isolati. Camminammo per qualche minuto, con Irene che sin da subito si misie in mezzo a noi, prendendoci a braccetto.
“Che fortunata questa mattina – disse- a passeggio con due uomini così belli!”.
Il mio imbarazzo continuò fino a qualche metro prima dell’ufficio, quando la donna si liberò per aprire il portone in cristallo che dava accesso all’ufficio. Una volta entrati il marito mi raccontò quello che facevano all’interno della struttura, tornando nella veste professionale in cui lo avevo conosciuto a pranzo. Irene continuava a squadrarmi, mentre io mi limitavo a ricambiare con sorrisi i suoi sguardi.
“Scommetto che vai in palestra” disse.
“No, non sopporto le ...