La cosa (parte 3)
Data: 20/05/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti
Si diede un’ultima occhiata ed uscì di casa.
Aveva un pezzo di strada da fare per raggiungere la metropolitana.
I Padroni avevano preteso che li raggiungesse utilizzando i mezzi pubblici. Nel tempo trascorso per conoscersi, avevano capito che questa esposizione la eccitava e la umiliava, anzi, la umiliava e la eccitava.
Ada si sentiva addosso anche gli sguardi di chi non la stava guardando. Era come se fosse nuda, come se tutti sapessero che stava andando a consegnarsi, come se tutti potessero leggerle l’anima.
Si aggiungeva il timore di incontrare un cliente della banca o un collega e, questo , generava adrenalina, anch’essa fonte di eccitazione.
Quando raggiunse la casa dei Padroni, si rese conto che la sua preparazione era stata gradita.
Per quanto la vedessero come un oggetto per il loro divertimento della giornata, sapeva, dal loro sguardo, che l’oggetto era stato apprezzato per la sua bellezza.
“Spogliati”.
Non la salutarono. Si diressero verso la grande sala al pian terreno di quell’antico palazzo e si misero comodi sulle poltrone di pelle scura, quelle poste davanti al quadro ritraente il bosco al quale, questa volta, lei non dedicò attenzione in quanto, in quel momento, si sentiva già dentro quel bosco.
Tra esse, sul tavolino, vi erano una bottiglia di prosecco e degli stuzzichini.
La sensazione che ne ricavò fu quella della sala pronta per uno spettacolo.
Si rese conto, all’ordine di togliersi i vestiti, che lo spettacolo era ...
... lei.
Cercò di essere sensuale ed eccitante. Sapeva come fare. Agli uomini era sempre piaciuta vederla spogliare e lei, negli anni, aveva affinato questa azione tesa all’eccitazione del compagno o compagna di turno.
I Padroni, la osservavano e traevano piacere dalla sua azione tesa a dar loro piacere e ad offrirsi.
Intanto sorseggiavano e mangiucchiano, come fosse un teatro nel quale, però, in scena vi era l'umiliazione e l’offerta di una giovane donna della quale a loro interessava solo il suo bel corpo.
Al termine Ada rimase davanti a loro, in piedi, in posa sexy.
Alfredo si alzò e prese il frustino. Le si avvicinò e la colpì una volta sola, forte.
Lei ricevette il colpo e si contrasse, cercando di proteggere la parte colpita.
“Ricomincia”.
Fu basita e perplessa ma non le restò che obbedire all’ordine, chiedendosi in cosa avesse sbagliato.
Cercò di non perdere la concentrazione nel gesto pur cercando di capire come i Padroni avrebbero voluto che si comportasse.
Pensò che, forse, avrebbe dovuto inginocchiarsi.
Così, tolto l’ultimo capo (dei pochi che aveva indosso), si inginocchiò tenendo la testa bassa, più per necessità sua che per compiacere loro. Non riusciva, infatti, a guardarli. Le sembrava che, nei loro occhi, avrebbe visto sé stessa e la sua umiliazione che se da una parte la eccitava, dall’altra la lasciava sempre un po’ turbata.
Era una continua alternanza di sensazioni e di emozioni che, nel loro insieme, la eccitavano facendole ...