1. Cerchi granchi ? vieni con me...


    Data: 18/03/2022, Categorie: Prime Esperienze Autore: Bellolampo36, Fonte: Annunci69

    Quella che state per leggere – purtroppo per me ! – è una storia vera.
    
    Nel maggio del 2001 avevo 16 anni e frequentavo la Ia magistrale nelle scuole delle suore della Misericordia di Maria Ausiliatrice a XYZ. Quella mattina era previsto un compito in classe di matematica, terribilmente ostica per me. Allora, per la prima volta, decisi di fare “cavalletta”, come si diceva ai quei tempi, e marinai la scuola. Per non farmi vedere in giro con una cartella di scolastica, pensai di andare al porto, dietro il molo, ove erano i massi frangi flutti. Per non essere vista dalle pochissime persone che passeggiavano sul bordo superiore del molo, mi sedetti dietro dei grossi blocchi di cemento armato. Erano poco più delle 8 e dovevo trascorrere dove mi trovavo altre 4 ore. Per passare il tempo incominciai a guardare i granchi che uscivano dall’acqua e si inerpicavano sugli scogli; cercai anche di prenderli.
    
    Non so quanto tempo era trascorso, quando, dietro di me sentii una voce di un uomo : “Vuoi prendere i granchi…?”.
    
    Mi girai e, seduto su uno scoglio, a non più di sei metri da me, c’era un uomo di una quarantina d’anni, che aveva la patta dei pantaloni aperta e con una mano si teneva il pisello (pisellone, perché era molto, molto più grande, dei piselli dei miei amichetti del palazzo dove abitavo, con i quali – insieme ad altre amichette – giocavamo “ai medici e alle infermiere”.
    
    L’uomo, guardandomi, continuò a muovere la mano su e giù con il pisello in mano e mi ...
    ... disse:
    
    “Quelle ragazze, in spiaggia, con quelle tette e i costumi così sottili mi hanno fatto diventare il cazzo duro…”.
    
    Ero inebetita e lo guardavo silenziosa.
    
    “Vieni un attimo…avvicinati…” mi disse.
    
    Non seppi o non riuscii a dire di no. Mi avvicinai a lui come mi aveva chiesto.
    
    “Senti com’è duro !”, mi disse prendendomi una mano avvolgendomela al pisello che aveva in mano e, per tre,quattro volte, la fece andare su e giù. Era talmente grosso che la mia mano, le mie dita, non riuscivano a cinderlo del tutto.
    
    “Brava…brava sei molto brava…come ti chiami ? ”.
    
    “Lucia”, risposi.
    
    Mi lasciò la mano e mi disse
    
    “Brava Lucia ! Adesso andiamo la dietro, dove i granchi sono più grandi e vedrai quanti ne prendiamo.!”
    
    Mi portò dieci metri più in la di dove eravamo, in un punto della scogliera nascosto da diversi grandi blocchi di cemento armato.
    
    “Mettiti qui, su questo gradino in piedi, e non ti muovere, se no ti puoi fare male se cadi “.
    
    Si mise di fronte a me e io mi trovai il suo pisello all’altezza del mio naso. “Da brava… leccalo un po…”,
    
    mi disse prendendomi la testa con le mani spingendola verso se… a contatto del pisello. Non riuscivo a dire una parola e a muovermi. Allora mi strinse i capelli, ordinandomi:
    
    “Leccami la cappella…”
    
    Per costringermi a fare quello che voleva mi strinse i capelli, fino a farmi male, e fui costretta a leccargli il “coso” che mi aveva messo davanti al naso.
    
    “Leca anche il cazzo…tutto il cazzo…”
    
    Spingendomi la testa ...
«123»