Vent'anni
Data: 28/01/2018,
Categorie:
Masturbazione
Autore: tronymanero, Fonte: xHamster
Avevo vent'anni:non lascerò dire a nessuno che è l'età più bella della vita. Una cosa però la dirò e la lascerò dire: vent'anni è l'età in cui il cazzo si addrizza per un soffio d'aria, magari provocato dalle gonne di una ragazza, o addirittura per mezzo pensiero, per l'idea di una bocca o di una tetta.
Era scoppiata un'estate travolgente: le giornate bruciavano, e le voglie con loro. era scoppiata anche una moda femminile, altrettanto, ma diversamente, travolgente: morbidi abiti di lino bianco, semitrasparenti; a coprire, poco, succinta biancheria nera. Un trionfo, un trionfo. Di tette strizzate, di culi triangolati da perizomi, di strisce nere sotto il bianco.
Ero all'università, e c'era da impazzire. Un'altra cosa dirò e lascerò dire: a vent'anni, le femmine umane sono le creature più meravigliose che il pianeta ospiti.
C'era una Nicoletta, lasciate che ve la descriva.
Statura media, una massa di capelli neri e crespi, la carnagione scura e, piantati sul viso, due incredibili occhi azzurri. Si abbronzava subito, e gli occhi erano sempre più azzurri. Labbra piene, grandi, naturalmente segnate da solchi. Nasino all'insù.
Il corpo:un'esplosione ferma. Due tette come due colline, tonde, sode; le cosce e il culo erano capolavori.
Mi piaceva, piaceva a tanti. Parlavamo, non facevo nulla per nasconderle l'eccitazione provocata dal suo corpo; lei vedeva, sorrideva.
Un tardo pomeriggio, potevano essere le sette, fuori il sole splendeva glorioso, eravamo ...
... rimasti solo noi in biblioteca. seduti vicini.
lei si accosta per chiedermi una cosa, e con i ricci mi sfrega ripetutamente la guancia.
Avevo vent'anni, bei tempi: un'erezione immediata, incontenibile, evidente sotto i pantaloni leggeri. Lei si accosta ancora, mi tocca la coscia con la sua: sempre più duro.
Nel corridoio non c'era nessuno: arriviamo al bagno, deserto.
Sono passati molti anni, un po' ricordo, un po' ricostruisco, scrivere purtroppo vuol dire anche, sempre, immaginare, inventare, contare balle.
Lei si inginocchia e si slaccia la camicetta, io libero il cazzo ormai marmoreo davanti al suo viso. Me lo prende prima fra le labbra, poi in bocca, piano, bagnandolo di saliva: un massaggio delicato con la lingua intorno alla cappella, e con le mani mi carezza le cosce, poi con una passa alle palle, gonfie fino a far male.
Quando il cazzo è semicoperto dalla sua saliva, lo tiro fuori e glielo metto tra le tette, senza togliere il reggiseno: poi le stringo con le mani e comincio a muovermi lì in mezzo, paradiso, valle dell'Eden.
Abbiamo poco tempo, a minuti passeranno a chiudere i bagni, li hanno già puliti.
Lei sa che il suo corpo fantastico mi farà venire in pochi minuti, e decide di assecondarmi,tira giù il reggiseno, si strofina il cazzo sui capezzoli, prima uno, poi l'altro, lo lecca e lo succhia ancora... quando lo rimette fra le tette sborro come una fontana, come un vulcano... sul suo mento, sul suo collo... lei continua a massaggiarmi mentre lo ...