MatteoValeria :Carnevale al Privè. Un sogno che diventa realtà
Data: 15/12/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Etero
Autore: matteovaleria, Fonte: RaccontiMilu
... anche se violento mi sembrava controllato o volevo pensarlo tale infatti quando mi ha chiesto se mi faceva male, io gli ho detto di no, anzi lo assicurato che quel servizietto mi stava piacendo. Gli dissi: ‘Sì… ora comincia a piacermi, ma fai piano ti prego. Sei troppo grosso. ‘gli ho detto ancora che con lui mi sentivo posseduta e prossima alla follia’ e mi vergogno dirtelo ma sai che ho bisogno di dirtela la verità. Infatti ricordi? In auto mi avevi chiesto cosa ci stavamo dicendo quando parlavamo sottovoce e in quel momento non ho avuto il coraggio di dirtelo ma mi disse ‘Sei mia?’ e poi mi ha dato un altro colpo deciso io gli ho detto ‘Sono tua. Mi stai spaccando il culo. Fai piano Ah… sì. Così amore, così.’ E’ bastato un suo complimento’ Hai un culo meraviglioso’ anche se è una cosa consueta, per sciogliermi e sentire il deretano allargarsi.’ Lo sento…. lo sento ‘ sei enorme, porco… sei enorme, ‘ma continuavo a chiamarlo ‘amore’. Quel termine da me usato era fuori luogo ma glielo dovevo un po’ per il piacere che stavo provando ma soprattutto era una supplica a fare attenzione al dolore che avrei provato. Ha anche cambiato posizione, appoggiando i piedi sul letto, cominciando così ad incularmi dall’alto poi mi costringeva a piegarmi verso il basso in modo che il culo fosse ancora più esposto al possesso. I colpi dall’alto erano ancora più forti, e mugolavo. Ogni volta che il cazzo affondava di più lanciavo un piccolo urlo soprattutto quando, mi allargava le gambe a ...
... suo piacimento, al punto tale da sentire i suoi grossi testicoli quasi entrare nella vagina. Ad un certo punto non sentivo più dolore ma ho fatto comunque un po’ di pantomima per non passare per una troia dal culo rotto. Quando le sue spinte diminuivano mi sono trovata a spingere io contro quel mostruoso batacchio e non mi capacitavo come potevo prenderlo tutto fino in fondo, anzi volevo che il suo cazzo continuasse a camminare nei miei intestini tanto che per un attimo ho aperto le chiappe, impalandomi con il culo per riceve la robusta mazza del ragazzo e in modo che non ci fosse rimasto nulla del suo cazzone fuori. In quel momento ho sentito un dolore urente ma io imperterrita ho continuato a spaccarmi da sola proprio perché mi sentivo una grande porca con una libidine incontrollata. Scusa amore mi devi perdonare di avere chiamato amore quello sconosciuto ma io non capivo più niente. Ti confesso perché sai che ti dico sempre la verità che gli ho anche detto, concitata dall’estasi ma onestamente sperando che non mi facesse sconti anche ‘sono la tua troia, mi piace tanto il tuo cazzo che non so se saprò più farne a meno ‘. In molti momenti mi sembrava che tu non ci fossi nemmeno. Devo confessarti che appartenevo a lui e rispondevo solo ai suoi comandi e desideri’ non sentivo nemmeno le tue richieste. Mi dispiace ma ero sua in quel momento, a te concedevo solo l’onore di guardare possibilmente senza disturbare. Mi sentivo in pieno diritto di prendermi il mio piacere come era ...