Amico mio, ti faccio vedere le tettone di mamma
Data: 06/12/2021,
Categorie:
Voyeur
Autore: giusagoma, Fonte: EroticiRacconti
Questa storia è un po’ un prequel del racconto in cui vi ho parlato del mio migliore amico d’infanzia: “Mamma con addosso quella vestaglia azzurra…”.
In quell’episodio vi ho già ampiamente descritto come trascorrevamo le giornate, io e lui nella nostra gioventù, fantasticando sulle donne che ci circondavano e sulle loro fantastiche tettone, desiderio ambito da ragazzini.
Siamo in estate, quindi circa tre o quattro mesi prima dell’episodio sulla vestaglia di mia mamma. In estate la mia mammina se ne stava in casa con abitini ridotti ai minimi termini. Addirittura, capitava spesso di vederla girare fra una stanza e l’altra in topless, con l’unico indumento addosso un paio di slip e null’altro, perfino scalza. Il suo abbondante seno, una quinta con enormi capezzoloni color rosa scuro che dava sul nocciola, sventolava sotto i miei occhi con conseguente inturgidimento del mio pisellone da adolescente.
Quando si “vestiva”, se si può dire che fosse vestita, su quegli slip indossava un comodo prendisole. E quel caldo pomeriggio d’estate di cui parlavo all’inizio del racconto la mia mammina aveva indossato un prendisole con decori floreali molto carino.
Le arrivava appena sotto le natiche lasciando scoperte le lunghe gambe ben in carne e quando sollevava le braccia (all’epoca mamma aveva una corporatura robusta) si scopriva la parte inferiore delle sue bianche chiappone.
Ma, più che sul sedere, i miei pensieri si concentravano sul suo fantastico decoltè. Già, perché ...
... quando la mia mammina piegava un po’ la schiena chinandosi in avanti, se ero fortunato da trovarmi in quel momento frontalmente a lei ne approfittavo subito per buttare l’occhio nell’ampia scollatura che si formava sotto il suo mento. Guardando dentro la scollatura si riuscivano a vedere entrambi gli enormi seni oscillare nel vuoto. Molto spesso in cima ai seni vedevo i capezzoli resi turgidi dal precedente strusciare del prendisole o da qualche spiffero freddo che li aveva precedentemente accarezzati.
O forse non era questione di spifferi o di vestiti che strusciano. Forse la mia mammina era perennemente eccitata come una piccola cagnetta affamata di sesso, magari perché la sua mente si concentrava su qualche maschione incontrato il giorno prima al mercato o passeggiando per strada. O forse, cosa più probabile, i suoi pensieri volgevano a quella sua avventura estiva che ebbe con Umberto qualche anno prima e di cui vi racconterò prossimamente.
Ad ogni modo, qualsiasi fosse l’origine dell’indurimento dei suoi capezzoli, io ne approfittavo per riempirmi gli occhi e successivamente per dar sfogo ai miei istinti da ragazzo adolescente. Poco mi importasse se quei seni mi avessero allattato alla nascita. Anzi… pensare questo, alimentava ulteriormente i miei desideri favorendomi fantastici orgasmi.
Ma il mio desiderio non era appagato a sufficienza. Volevo condividere con qualcuno queste mie voglie. E il mio migliore amico, il mio compagno di giochi, era la persona più ...