1. Il sogno di gioventù


    Data: 04/06/2018, Categorie: Etero Autore: Goloso, Fonte: EroticiRacconti

    Mi sporgo dal marciapiede per vedere meglio: 16, è il mio.
    
    Salgo sull'autobus che è strapieno, è l'ora di punta, tutti tornano a casa. Mi aggrappo ad un supporto e nel frattempo vedo all'altro capo dell'autobus Alessandra.
    
    È inconfondibile, capelli corvini adesso legati in una coda ed occhi azzurri come il mare. È sempre stata il mio sogno. Sin da quando ero un bambino, lei, cinque anni più di me, è stata la mia prima cotta, e poi la mia fantasia per le prime seghe. Lei mi conosceva, abitavamo abbastanza vicini, ma probabilmente e giustamente mi ha sempre visto solo come un bambino prima ed un ragazzino poi. Da quando ha iniziato a frequentare l'università l'ho vista sporadicamente, e ho poi saputo che si era sposata ed era andata a vivere col marito a poca distanza da dove abitavamo con i nostri genitori, proprio come ho fatto io in seguito, matrimonio a parte.
    
    Poco tempo fa mia mamma, professionista del pettegolezzo nel circondario, mi aveva detto che si stava separando dal marito.
    
    L'abitare vicini non aveva impedito che non ci incrociarsi, e questa in effetti era un'eccezione. Alla nostra fermata, scende dell'autobus e si dirige verso casa. Ha scarpe con un po' di tacco e collant neri, una gonna grigia a metà cosce una giacca anch'essa grigia. Sulla spalla destra porta la borsa del computer, che ha a tracolla, e la sua borsa. Accelero il passo per raggiungerla "ciao Alessandra".
    
    Nella luce del lampione non mi riconosce subito e mi squadra come se non si ...
    ... spettasse di incontrare nessuno "oh, ciao Luca, sei tu" dice mentre si sistema la borsa.
    
    "Ma vuoi una mano? Sei carica, io non ho niente" ci pensa un secondo e poi "si, grazie" e mi passa la borsa col computer. Comminiamo insieme chiacchierando, recuperando vagamente gli ultimi anni. Arrivati vicino a casa sua, io devo fare ancora cinquecento metri circa, faccio per passarle la borsa, mentre lei "sei stato gentile, vuoi entrare per un aperitivo?"
    
    Forse lo dice più per cortesia, ma io accetto.
    
    Mi fa entrare, prende la borsa e la appoggia e mi indica la cucina "accomodati, arrivo subito."
    
    Mi guardo attorno. La cucina è in stile moderno, bianca, neutra. Solo una penisola è in rovere, e sembra fatta apposta per gli aperitivi. Prendo uno degli sgabelli in legno verniciati di rosso ciliegia, unica altra nota di colore, e mi siedo, guardandomi in giro.
    
    Dopo alcuni minuti arriva, tpglie la giacca e la appoggia sul divano, restando con una camicetta bianca. È più bassa di poco prima. "Mi sono messa comoda, non sopportavo più le scarpe" dice vedendo che do un rapido sguardo ai suoi piedi, che sono sempre dentro ai suoi collant neri.
    
    "In frigo ho dei crodini. Se no da qualche parte ho delle birre. Cosa bevi?"
    
    "Un crodino va benissimo"
    
    Va verso il frigo e ne prende due, recupera un arancio, un coltello, taglia due fettine e le mette nei bicchieri. Mi porta il bicchiere e si siede. Mentre chiacchieramo Alessandra si accarezza le gambe. Quel gesto naturale con quei ...
«12»