Notte di dicembre.
Data: 20/11/2021,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autore: il_don_2, Fonte: RaccontiMilu
... altri soldi, e poi realizzò e intascò i soldi, io tirai fuori il cazzo dalla figa, appoggiai tutto il mio peso sulla sua schiena facendola abbassare, le tirai giù le mutande a metà coscia, allargai un poco le gambe e le cacciai il cazzo nel culo senza pietà. Sicuramente ne aveva presi di cazzi, e, se la figa era completamente allargata, anche il culo era abbastanza rotto, ma certamente non era abituato a prendersi una verga della taglia del mio e tutta di colpo. Le uscì un mezzo urletto, cercò di svincolarsi, la tenni ferma mentre lo spingevo dentro a colpi secchi e lenti, lo tirai indietro un paio di volte fino a lasciarle dentro solo la cappella e poi rispingevo in avanti di colpo, sbattendola contro l’auto. Alla quarta spinta smise di fare resistenza e iniziò ad accompagnare i miei colpi, adesso la sentivo ansimare. Quando sono uscito completamente da quel buco caldo e slabbrato spinse lei stessa indietro il culo contro il cazzo per farsi impalare nuovamente. Da domata iniziai a stantuffarla con calma, un colpo dopo l’altro, ogni tanto le arrivavo fino in fondo, facendola sussultare, iniziai a frugare quelle tettone, erano di dimensioni spropositate, le tastavo, le pizzicavo i capezzoli, li torcevo. Intanto la sentivo sempre più ansimare, credo si fosse ...
... cacciata una mano intera nella figa per masturbarsi, di colpo sentii le sue gambe tremare e cedere, era venuta, io, invece credo che avrei potuto continuare a spingermi nel suo intestino per un’ora, iniziai a dare dei colpi bene assestati e nel frattempo lasciavo vagare la mia mente mentre mi vedevo sbattere qualcuna di mia conoscenza che me lo faceva tirare apposta, a pensare che, anziché avere il cazzo in un culo flaccido e sfondato, stessi trapanando un bel paio di terga sode ed elastiche, e che mettevo le mani su delle tette eleganti e dure come il marmo, al posto di quella gelatina molliccia della vacca che mi stavo sbattendo. Decisi che ne avevo abbastanza, tirai fuori il cazzo dal culo, strappai via il guanto che puzzava di merda e le sborrai sulla schiena, tre, quattro, cinque schizzi del mio seme biancastro le disegnarono degli arabeschi appicicaticci. Presi dei fazzolettini, mi ripulii il cazzo e glie li passai sulla schiena, mi fece un cenno che se ne tornava a piedi al fuoco, distante forse 100 metri, da sola. La vidi allontanarsi un poco barcollante e con le gambe lievemente larghe. Io risalii in macchina, accesi il motore e partii, l’indomani mattina avrei dovuto fare il buon sacerdote al corso coppie. Il cazzo aveva smesso di farmi male, almeno.