Luisella e Paolo – L’inizio di tutto
Data: 30/10/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Luisella, Fonte: RaccontiMilu
... do un bacio sulla guancia e gli dico “magari un’altra volta, d’accordo?”. Fa sì con la testa. Io scendo, lo saluto con la mano e entro di corsa nel portone. In camera c’è il vibratore che mi aspetta, stasera userò anche il succhia-clitoride.
A proposito, di sperma ne era finito anche sul maglioncino e sui capelli. Vabbè.
“Magari un’altra volta, d’accordo”, gli avevo detto. Sì, chiamerò Paolo. Stasera è la volta in cui gli permetterò di penetrarmi la figa e di farmi godere con quel bel cazzo che mi ricordo. Ho finito la doccia. Mi avvolgo nell’accappatoio, prendo il cellulare e gli scrivo su Whatsapp. “Paolo, ti andrebbe di salire da me stasera? Ho una promessa da mantenere”. Spunta grigia. Spunta blu. Doppia spunta blu. Non faccio in tempo a posare il telefono che arriva la risposta. Ovviamente, è “Arrivo!” Bene, bene, bene, il ragazzo ha intùito. Vediamo di non deluderlo.
Nuda, davanti alla toeletta, un trucco lieve ma adatto a sottolineare occhi e labbra. Pochissimo fard, non va bene quando sai che suderai. Allungo le ciglia. Perfetto. Un’occhiata alle unghie di mani e piedi, le ho fatte fare due giorni fa e sono ancora perfette, lo smalto rosso non ha perso lucentezza. Lo Chanel è quasi terminato ma ce n’è ancora abbastanza: due gocce sul collo, alla base delle orecchie, due sui capezzoli, due attorno alle grandi labbra della figa. Il ragazzo si merita una lingerie di classe. Autoreggenti, perizoma, reggiseno coordinato. Mi infilo il tubino nero di Givenchy, ...
... l’acquisto folle di un weekend parigino. Aggiungo un filo di perle. Décolleté nere, tacco 8. Che sul mio piede del 34 fanno come un 12. Sono proprio un gran bel pezzo di figa, bisogna essere onesti. Se potessi mi scoperei.
Faccio appena in tempo a dare un calcio alle pantofole e chiudere la porta della cabina-armadio che suona il citofono. È lui, dev’essere andato a velocità da ritiro patente. “Settimo piano, poi l’ultima rampa fino all’attico. Prendi l’ascensore, mi raccomando!” lo ammonisco. Non voglio che arrivi spompato. Bussa alla porta. Gli apro. Si va in scena.
Noto subito alcuni particolari: non ha gli occhiali, sorride e sembra già a suo agio. Ci scambiamo i convenevoli, il non-detto è facile da immaginare: “Ciao Paolo, grazie di essere venuto con così poco preavviso.” (“Hai capito benissimo, voglio essere chiavata come se non ci fosse un domani.”) “Ciao Luisa, è sempre un piacere rivederti!” (“Sei alta un metro e un barattolo ma sei una gran topa, non vedo l’ora di aprirti le gambe e infilartelo nella figa.”)
Il bacetto sfiorato sulle labbra mi permette di sentire che odora di buono. Perfetto, non c’è bisogno che gli faccia fare la doccia prima. Lo faccio accomodare sul divano, io mi siedo in ginocchio sulle mie gambe vicino a lui. Vicino, ma non troppo. “Sai, volevo farti vedere una cosa.” Tira fuori il cellulare, apre la galleria delle immagini, cerca un po’. Poi si gira verso di me e me lo porge. “Guarda.” mi dice. Sfoglio la galleria. Sono tutte foto mie, ...