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Sarò il tuo giocattolo
Data: 16/10/2021, Categorie: Tradimenti Autore: rispettoso8, Fonte: Annunci69
Sono abituato a comandare, decidere e dirigere. Ho faticato per anni per arrivare dove sono ora e sono davvero orgoglioso di quello che ho costruito. Tuttavia, ci sono dei momenti in cui mi permetto di non avere il controllo della situazione. E questi momenti sono strettamente miei. Una privacy di cui chi mi è più vicino non ha idea. E nemmeno gli è permesso averla. “Che ne dici di due ore con me per fare qualsiasi cosa tu desideri?”. Le mandai un messaggio durante la mia pausa pranzo. La risposta arrivò subito: “Non dirlo due volte o ti legherò al letto e… Aspetta, ho capito bene, che vuoi che ti usi come il mio giocattolo?”. Sorrisi. Aveva capito subito. “Esatto. Il mio cazzo e io siamo a tua piena disposizione. Dipende da te che cosa farai”. “Sembra una sfida che non si può rifiutare”, rispose in un altro messaggio, “dimmi l’ora e le coordinate”. Ci incontrammo in una stanza sotterranea di un piccolo albergo a ore. Già sulla porta i suoi occhi si illuminarono alla vista della croce contro il muro con le catene per legare mani e piedi e la struttura del letto con i moschettoni. Decisi di farmi una doccia prima che lei scegliesse con che cosa iniziare. Andai dietro la parete di vetro che separava la doccia dai piedi del letto e cominciai ad aggiustare la temperatura del rubinetto. Mi girai e la vidi attraverso il vetro, già spogliata, solo in reggiseno e con la mano nelle mutandine, sdraiata sul letto per avere una vista migliore. Lei aveva già ...
... cominciato, realizzai. Era una voyeur e io ero il suo oggetto. Mi fece eccitare. Il mio cazzo si alzò in un paio di secondi. Fingendo di essere sorpreso allungai le braccia e lo coprii rapidamente con un asciugamano, che rimase appeso come su un palo. Quel vecchio scherzo la fece ridere come se avesse quindici anni. Chiusi l’acqua e feci due passi verso il letto. Mi fece un cenno con il dito, indicandomi di mettermi accanto a lei. Ubbidii e mi sdraiai sulla schiena. “Vuoi le manette o puoi stare fermo?”. “Decidi tu”, dissi esitando. “Manette, allora”, annuì, “come vuoi”. Un attimo dopo, i miei polsi erano in manette di pelle legate dietro la testa e le mie gambe divaricate e legate con corde nere da cinque metri alla struttura del letto. “Un orso incatenato”, gemette, “così indifeso e alla mia mercé... Questo da solo è incredibilmente eccitante. Cosa gli farò?”. Cominciò a baciarmi teneramente e poi mi morse il mento mentre accarezzava il mio petto appena rasato. Passò i suoi pollici sui miei capezzoli. Sapeva che erano sensibili. Più sensibili dei capezzoli di molte donne. Uno per uno, ci passò sopra delicatamente la lingua e li strinse tra i denti. Poi li afferrò e cominciò a strizzarli tra le dita, mentre il suo naso e le sue labbra scendevano lungo il mio ventre. Ci soffiò sopra e poi mi leccò le palle. Adoro il sesso orale. E lei lo sa. Ma quel giorno ero io a sua disposizione… allora perché... Respirai ma lei fu più veloce: “Credi davvero che lo ...