1. Il Regno Oscuro – Capitolo 7


    Data: 18/09/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Etero Autore: Menestrello00, Fonte: RaccontiMilu

    ... tra la base del pene e la sacca dei testicoli, formando un otto.– Cosa fai? – domandò Red allarmato – Fermati! È troppo stretto! Mi fai male!Il brigante continuò a lamentarsi, ma le vere urla di dolore arrivarono poco dopo, quando Annette iniziò a far girare la corda intorno alla strozzatura dell’otto, tirando e stringendo con forza. A quel punto le urla di Red non significavano nulla. Urlava solo il proprio dolore, chiedendo aiuto, implorando di smettere. Alla fine Annette fece un bel nodo e afferrò la corda che avanzava, come un guinzaglio.– Scommettiamo che ora si alza? – detto ciò, la donna di colore tirò un forte strattone alla corda stessa. Red scattò subito in piedi, ululando dal dolore.– Vi seguo. Giuro che vi seguo! Ma toglietemi questa corda. Fa malissimoLa stregona gli sorrise teneramente. – Troppo tardi – sentenziò Annette.Le due donne caricarono le borse sulle spalle di Red e proseguirono il loro cammino lungo la strada rocciosa. Red le seguiva carico come un mulo, cercando di tenere il rapido passo delle due. Ogni volta che si attardava, Annette tirava il guinzaglio, scatenendo le sue urla di dolore. Fu una lunga giornata per il brigante.
    
    Nelle prigioni era nuovamente ora dell’unico pasto giornaliero dei detenuti. Era passato un giorno da quando Mikela aveva dissetato il fu stregone di corte con i propri abbondanti umori. Non vedeva l’ora di ripetere l’esperienza che l’aveva eccitata da morire. Guardò per un po’ le schiave nella cella grande. Guardarle ...
    ... agitarsi, lì incatenate, era un’altra sua passione. Amava vederle lì, implorare pietà. Le faceva bere tanta acqua, versandola direttamente nella bocca tenuta aperta dall’anello di ferro, per poi guardarle urinare, umiliate, con quello zampillo che lei chiamava fontanella.Come da diversi giorni ormai, scese nel piano inferiore delle prigioni, per portare personalmente il cibo a Mikael. Si fece aprire la cella e vi entrò, con le guardie a piantonare la porta. Ebbe un attimo di sgomento però quel giorno, quando, entrando nella cella, la trovò vuota.Lo stregone era forse riuscito ad aggirare l’inibitore magico che gli veniva somministrato nel cibo? Forse si era reso invisibile ed era ancora nella cella. Mikela lasciò cadere il piatto al suolo e iniziò a smanacciare nella piccola stanza, sperando di toccarlo. Niente. Non c’era niente in quella cella, escluso il cumulo di paglia.Mikela pensò che forse lo stregone vi si fosse nascosto sotto. Così iniziò a dare pedate sulla stessa, schiacciandola. Niente nemmeno lì. Sconvolta e tremante si voltò verso le guardie.– Dove diamine è andato? – urlò fuoriosa.Una delle guardie indicò il pagliericcio. Sembrava ci fosse qualcosa di strano dietro. Mikela furiosamente spostò quel cumulo di paglia e, dietro di esso, vi trovò un buco. Era abbastanza largo per far passare un uomo a quattro zampe e si apriva su di uno stretto e buio tunnel che saliva verso l’alto con una discreta inclinazione.Mikael era fuggito. Da quasi un giorno ormai. La donna si ...
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