1. Un tranquillo week-end di scopate


    Data: 11/08/2021, Categorie: Incesti Autore: mimma_goose, Fonte: RaccontiMilu

    ... entusiasta. — Possiamo andare lì per cominciare, eh?
    
    Approvai. Dopotutto fare un chilometro a piedi non era poi questa gran cosa.
    
    Camminando fianco a fianco, ci addentrammo per il sentiero. Era ben tenuto e, anche se non avevo scarponcini adatti per camminare nei boschi, era facile da percorrere. Dopo pochi minuti iniziai a sentire il rumore della cascata, che non era affatto tonante. Era un piacevole mormorio che ben si legava con i rumori del bosco.
    
    Il bosco si aprì e ci ritrovammo all’interno di una radura, ampia un centinaio di metri, e sul fondo la cascata. Era alta all’incirca tre metri e, come avevo pensato, la portata d’acqua era molto ridotta.
    
    — Ma non è affatto tonante! — mi lamentai.
    
    Andrea si mise a ridacchiare. — Sarà colpa del riscaldamento globale.
    
    — Sì, sì, diamogli la colpa di tutto… Magari hanno deviato parte dell’alveo, o magari un castoro ci ha costruito una diga, se ne esistono ancora, e chissà quante altre ragioni…
    
    — Se lo dici tu… Magari possiamo trovare un sentiero che va su, se sei così curiosa — mi tentò lui.
    
    — Nah, non ho le scarpe adatte per arrampicarmi.
    
    Andrea guardò i miei piedi. — E perché diamine ti sei messa quei sandali e non un paio di scarpe da ginnastica? Lo sapevi che saremmo venuti in montagna.
    
    — Senti un po’… io volevo starmene in albergo — gli risposi decisa. — Non ho portato vestiti per scalare una montagna.
    
    — Ehi, ehi, non arrabbiarti. Era solo un’idea. Possiamo anche starcene qui a non fare niente — ...
    ... disse Andrea sollevando le mani in segno di arresa.
    
    — Uhm… — e borbottai qualcos’altro senza senso.
    
    Era un posto incantevole. Se guardavi in alto, si aveva l’impressione di guardare il cielo terso attraverso un cannocchiale.
    
    — È meraviglioso… — sussurrai, con lo sguardo rivolto al cielo.
    
    — Già proprio così… — rispose lui con voce roca. Abbassai lo sguardo verso di lui e notai che mi stava fissando intensamente.
    
    — Che c’è? — chiesi io.
    
    — Niente, niente, solo un pensiero — disse lui, non del tutto convincente.
    
    Volli avvicinarmi alla cascata, ma misi male un piede e mi ritrovai a fare un bagno imprevisto. La pozza d’acqua alla base della cascata non era profonda, mi arrivava soltanto a mezza coscia, ma mi ritrovai lo stesso completamente fradicia.
    
    Andrea scoppiò a ridere.
    
    — Non è divertente! — urlai io. — Ed è pure freddissima.
    
    — Vieni, ti aiuto a risalire — rispose trattenendo una risata.
    
    Quando anche lui si avvicinò, fece la mia stessa fine, anche se si bagnò meno di me. E questa volta fui io a ridere.
    
    — Cazzo… il cellulare — imprecò Andrea, cercando svelto di togliere il telefono dalla tasca dei pantaloni per evitare di danneggiarlo ulteriormente.
    
    Insieme cercammo di uscire dall’acqua e ce la facemmo piuttosto a fatica. Le pietre sul fondo e quelle che circondavano il laghetto era scivolose a causa di alghe e muschi.
    
    Tremavo di freddo.
    
    — Vieni, mettiamoci al sole. Ti scalderai più facilmente.
    
    Ci spostammo in un punto, a qualche ...
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