Un tranquillo week-end di scopate
Data: 11/08/2021,
Categorie:
Incesti
Autore: mimma_goose, Fonte: RaccontiMilu
... solo femmine…
— Farò del mio meglio — rispose convinto.
Ci baciammo nuovamente e lui entrò ancora in me. Ci baciavamo frenetici, desiderosi di compiacere l’altro, avidi di sensazioni. Andrea si muoveva rapidamente dentro di me, poi si bloccò in profondità e venne, riempiendomi la fichetta di sperma ancora una volta.
Ci alzammo dal letto che era quasi mezzogiorno, dopo averlo fatto ancora una volta.
Mi feci una rapida doccia perché ero completamente sudata, e mi vestii con cura. Mentre ero ancora in bagno, entrò Andrea e si lavò anche lui. Quando uscì dalla doccia lo vidi per la prima volta nudo nella sua interezza. Era molto più che bellissimo. Rimasi incantata a guardarlo.
— Se continui ad osservarmi così non usciremo più da questa stanza… — mi disse lui.
— Non è colpa mia se sei così affascinante. Sfido chiunque a non guardarti allo stesso modo.
— E comunque anche tu sei bellissima, Paola — mi disse sorridendo. — Ora però ti conviene uscire da qui, altrimenti salteremo anche il pranzo, oltre che la colazione.
Rassegnata, uscii dal bagno.
Scendemmo al piano terra mano nella mano, come due fidanzatini. Per pranzo, aveva deciso di portarmi ad una baita che si poteva raggiungere in auto. Aveva un arredamento essenziale, fatto di lunghe tavolate e panche dove sedersi.
Ci fecero accomodare fuori sulla terrazza, da cui si godeva lo splendido panorama delle montagne ancora innevate. L’aria era frizzante, ma non fredda, ed al sole si stava benissimo. ...
... Andrea ordinò dei piatti di antipasti vari e due piatti di pasta con ragù di capriolo. Mangiammo con calma, parlando di argomenti leggeri.
Una volta pagato il conto ci spostammo in un angolo appartato della terrazza.
— Ho voglia ancora di te… — mi sussurrò all’orecchio.
Eravamo in piedi appoggiati alla balaustra e ci stavamo godendo il panorama, ma non appena mi disse quelle parole, lo feci sedere su una panca addossata alla parete. Gli abbassai la zip dei pantaloni ed il suo cazzo spuntò rorido. Mi sollevai la parte davanti del vestito e mi sedetti in braccio a lui, impalandomi su quel meraviglioso bastone di carne. Non portavo le mutandine e nemmeno il reggiseno. L’abito che indossavo era molto scollato e la sua bocca arrivò facilmente su uno dei miei capezzoli. Prese a succhiarlo, a leccarlo, a mordicchiarlo. Stavo ferma, perché non volevo che si capisse troppo quello che stavamo facendo, nel caso arrivasse qualcuno, ma sentivo il suo cazzo vibrare dentro di me. La sua bocca lasciò il mio seno per trovare le mie labbra. Ci baciavamo lentamente mentre il mio desiderio cresceva di pari misura alla sua voglia di possedermi.
D’un tratto il suo respiro si fece più rapido e mi sentii bagnare dentro dal suo sperma, mentre continue contrazioni mi attraversavano l’addome. Rimasi ferma, in braccio a lui, mentre il suo cazzo si sgonfiava lentamente.
— Sei una pazza… — mi disse dolcemente Andrea, con la fronte appoggiata alla mia.
— Sì… Sono pazza di te.
Restai ...