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Green Pass con pompino
Data: 18/07/2021, Categorie: Etero Autore: La Segretaria Porca, Fonte: EroticiRacconti
Giuseppe mi stava ancora sodomizzando quando in ufficio entrò in tutta fretta una delle altre segretarie. Sconvolta in viso ci disse che le forze dell'ordine avevano appena suonato al citofono dello stabile e stavano arrivando per un controllo. Giuseppe si rivestì in fretta, non era venuto e aveva il pisello ancora bello dritto e io non avevo il tempo materiale per finire con un lavoretto di mano o di bocca. Il suo cazzone avrebbe dovuto ammosciarsi da solo, passando dalla libido di mettermelo in culo all'ansia per un controllo delle forze dell'ordine. Lavoro con Giuseppe da anni. Mi ha assunta che ero poco più di una scolaretta. Ero una ventenne prosperosa e anche un po' mignotta. Sin dai primi giorni di lavoro ho cercato di sedurlo, non è mai stato bello o interessante fisicamente ma è pur sempre il mio datore di lavoro e quale miglior rapporto con un capo se non succhiargli ogni tanto il cazzo per avere privilegi o aumenti salariali? Gli ultimi anni sono stati difficili per entrambi. Io non ho un ragazzo stabile e mi sono messa a scopare in giro con chi capita. In ufficio sembro una donna di classe, una raffinata e piena di cultura e interessi, fuori da queste quattro mura mi faccio sbattere come una cagna. Mi piace fare i pompino, adoro quando i maschietti mi umiliano. Bevo la piscia, ingoio la sborra, mi faccio venire in faccia. Ho provato a fare sesso con più uomini e mi son sempre divertita. Giuseppe era chiuso agli inizi, molto riservato. Pensavo fosse ...
... per timidezza invece la colpa era della sua religione. Ho scoperto per caso del suo credo, stavamo parlando di aborto ed eutanasia e viene fuori che è Testimone di Geova. Chi l'avrebbe mai detto? Il mio capo è uno di quelli che va a citofonare alle persone alle otto del mattino la domenica! Questo mi eccitava. Volevo conquistare la sua fiducia e turbare la sua anima innocente. Ho iniziato a vestirmi sempre più sexy e notavo il suo interesse nei miei confronti. Non guardava più le altre segretarie, non si interessava più solo del lavoro. Aveva attenzioni per il mio corpo. Verso primavera non portavo il reggiseno e le mie grosse tette strabordavano dalla maglietta. Giuseppe rimaneva in fissa sui miei meloni e sentivo il suo cazzo indurirsi da dietro la zip dei pantaloni. Vedevo i jeans gonfiarsi e ogni tanto bagnarsi per la mia presenza. Un giorno non ho resistito e senza pensarci due volte ho avvicinato la bocca al suo pacco e ho iniziato a strusciare la mia lingua sui pantaloni. Giuseppe non si è ritratto anzi mi ha chiesto di non fermarmi. Ho tirato giù la zip e ho portato il suo uccello fuori dai jeans. Ho fatto un pompino che ancora oggi mi sembra di avere il suo sperma caldo in bocca. Era la prima volta che una donna gli faceva un pompino. Nella sua religione era proibito fare queste cose e la moglie non si era mai azzardata a succhiargli l'uccello. Mi ero fatta venire in bocca, volevo assaporasse l'esperienza per intero, doveva ricordare quella ...