Una storia una vita - scambio di ruoli Pt.1
Data: 23/06/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Numero primoencore, Fonte: EroticiRacconti
Quello che mi mancava di più, oltre alla possibilità di scopare Silvia, o comunque di avere una possibilità di venire, era il divieto di vederla nuda. Da quando, usando le sue parole ero diventato "quello che portava in giro il suo cazzo" potevo baciarla, abbracciarla, persino tentare approcci, ma non dovevo toccarle nessuna parte intima, e nemmeno vederla. Dall'inizio della mia schiavitù per lei, si cambiava voltandosi di spalle o dopo avermi ordinato di lasciare la stanza, ed usava il bagno chiudendosi dentro. Spesso metteva la cintura in vibrazione in quei momenti, così come quando me la vedevo girare intorno in abiti discinti, intimi provocanti, o quando eravamo in piscina a rilassarci. Il mio obbligo alla nudità assoluta, fatta eccezione per la cintura, era invece permanente, e si stava estendendo il numero delle persone che erano a conoscenza della mia condizione e a cui potevo, o dovevo, secondo il punto di vista, mostrarmi liberamente. Il fratello e la sorella di Silvia erano stati i primi ad essere informati, e dovetti ammettere che dimostrarono sempre una grande civiltà nei miei confronti, al di là delle battute, trattandomi sempre con rispetto e limitando le battute anche in mia assenza. Silvia non mi aveva mai mostrato loro, dal vivo o in effigie, in situazioni scabrose o particolarmente degradanti, tranne in un'occasione in cui, per una risposta molto sgradevole che diedi a Sonia, dovetti stare in ginocchio davanti a tutti e tre con i polsi legati dietro la ...
... schiena ed una maschera sul viso dotata di bavaglio a palla. Nessuno mi toccò o fece nulla di più, ma ritenni un'umiliazione cocente essere ridotto così, ed ascoltarli parlare e muoversi attorno a me senza poter fare nulla.
Una collega di Silvia ed il giardiniere che sistemava settimanalmente la piscina, oltre naturalmente ad Adele con cui Silvia continuava a scambiarsi messaggi erano fino a quel momento i soli altri depositari del segreto. La collega era una collega di università di Silvia, che lavorava con lei a vari progetti, e Silvia l'aveva informata perché spesso si trovavano a lavorare a casa di una o dell'altra. Quando chiamava, ma anche quando era da noi, aveva iniziato a chiamarmi "schiavo", cosa che Silvia faceva molto raramente, e più di una volta aveva chiesto a Silvia di poter assistere a qualche trattamento. In un paio di occasioni era stata accontentata, accontentandosi di frustate e bondage.
Il sesso era molto frequente, anche se ovviamente Silvia mi usava solo per il suo piacere e per il divertimento che provava nel procrastinare il mio piacere all'infinito. Non avevo più avuto orgasmi completi, e anche quelli rovinati, della cui tecnica Silvia si era impadronita quasi subito, erano molto rari. E ovviamente, quando arrivava al momento di spogliarsi, io ero già bendato.
Quel pomeriggio Silvia entrò nella stanza dove mi trovavo con un perizoma da bagno ridottissimo e due dischetti copricapezzoli
- vieni anche tu a prendere un po' il sole?
Stupito per ...